Autore: Francisco Elias de Tejada.
Titolo: Napoli spagnola. Vol. 2
Sottotitolo: Le decadi inperiali (1503 - 1554)
A cura di Silvio Vitale
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 13,5); 335 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Controcorrente, maggio 2002
ISBN: 9788889015353
Prezzo: Euro 16,00
Disponibilita': Limitata
Nella prima meta' del XVI secolo lo scettro del Regno di Napoli, caduto dalle mani degli Aragonesi, passa in quelle di Fernando il Cattolico e poi dell'imperatore Carlo V di Asburgo.
Con questi monarchi, quelle che erano state mere aspirazioni degli uomini politici piu' avveduti dell'epoca aragonese divengono realta'. Napoli non è piu' solo "monarchia" esposta ai colpi delle anarchie interne e delle prepotenze esterne, ma "regno" saldamente organizzato e difeso.
Ha un suo Parlamento e consegue una struttura amministrativa e giudiziaria che, partendo dal Viceré, si dirama nel Consiglio Collaterale, nella Camera della Sommaria, nel Sacro Consiglio, nelle Udienze provinciali e nella Gran Corte della Vicaria. La capitale è rappresentata e governata dai tradizionali Sedili nobiliari e del Popolo. Secondo Francisco Elias de Tejada Napoli, nel quadro delle Spagne, è un regno autonomo dotato di istituzioni proprie.
Sul piano esterno Napoli si libera dalla minaccia musulmana costruendo una ferrea cintura costiera, opera precipua di don Pedro di Toledo. I tradizionali nemici di Napoli, il Papato, i francesi, i veneziani, i fiorentini, vengono contrastati e ridimensionati e Napoli si pone come il possibile centro politico della Penisola. Scrittori come Bernardino Martirano e Luigi Tansillo propugnano l'egemonia napoletana in Italia. Ma tutta la cultura napoletana è orientata a questo scopo e, se adotta convintamente la lingua toscana, lo fa proprio per servirsene quale strumento di egemonia.
È questo il periodo, che Elias de Tejada chiama "las décadas imperiales", durante il quale Napoli sente l'orgoglio di sé e della propria partecipazione alla crociata in difesa della Cristianita'. Il continente intero e il Mediterraneo divengono lo scenario in cui risplende il valore dei capitani e dei soldati del Regno.
La letteratura politica e giuridica rispecchia questa atmosfera esaltante ed affronta, in autonomia e ricchezza di argomentazioni, tutti i temi che riguardano la legittimazione dell'autorita' e il contenuto del buon governo, il principio della giustizia in contrasto con la morale machiavellica, le esigenze di chiarificazione e unificazione legislativa, di equita' fiscale, di equilibrio tra il potere centrale e le autonomie locali. Nelle pagine di Francisco Eli'as de Tejada si dissolve la "leggenda nera" di una Napoli sottomessa al dominio straniero, ed emerge la storia di un popolo, convintamente partecipe, con un proprio ruolo originale, alle vicende del tempo.
Con questi monarchi, quelle che erano state mere aspirazioni degli uomini politici piu' avveduti dell'epoca aragonese divengono realta'. Napoli non è piu' solo "monarchia" esposta ai colpi delle anarchie interne e delle prepotenze esterne, ma "regno" saldamente organizzato e difeso.
Ha un suo Parlamento e consegue una struttura amministrativa e giudiziaria che, partendo dal Viceré, si dirama nel Consiglio Collaterale, nella Camera della Sommaria, nel Sacro Consiglio, nelle Udienze provinciali e nella Gran Corte della Vicaria. La capitale è rappresentata e governata dai tradizionali Sedili nobiliari e del Popolo. Secondo Francisco Elias de Tejada Napoli, nel quadro delle Spagne, è un regno autonomo dotato di istituzioni proprie.
Sul piano esterno Napoli si libera dalla minaccia musulmana costruendo una ferrea cintura costiera, opera precipua di don Pedro di Toledo. I tradizionali nemici di Napoli, il Papato, i francesi, i veneziani, i fiorentini, vengono contrastati e ridimensionati e Napoli si pone come il possibile centro politico della Penisola. Scrittori come Bernardino Martirano e Luigi Tansillo propugnano l'egemonia napoletana in Italia. Ma tutta la cultura napoletana è orientata a questo scopo e, se adotta convintamente la lingua toscana, lo fa proprio per servirsene quale strumento di egemonia.
È questo il periodo, che Elias de Tejada chiama "las décadas imperiales", durante il quale Napoli sente l'orgoglio di sé e della propria partecipazione alla crociata in difesa della Cristianita'. Il continente intero e il Mediterraneo divengono lo scenario in cui risplende il valore dei capitani e dei soldati del Regno.
La letteratura politica e giuridica rispecchia questa atmosfera esaltante ed affronta, in autonomia e ricchezza di argomentazioni, tutti i temi che riguardano la legittimazione dell'autorita' e il contenuto del buon governo, il principio della giustizia in contrasto con la morale machiavellica, le esigenze di chiarificazione e unificazione legislativa, di equita' fiscale, di equilibrio tra il potere centrale e le autonomie locali. Nelle pagine di Francisco Eli'as de Tejada si dissolve la "leggenda nera" di una Napoli sottomessa al dominio straniero, ed emerge la storia di un popolo, convintamente partecipe, con un proprio ruolo originale, alle vicende del tempo.