MANSO, LEMOS, CERVANTES. Letteratura, arti e scienza nella Napoli del primo Seicento. A cura di Roberto MondolaAutore: AA.VV.
Curatore: Roberto Mondola
Titolo: Manso, Lemos, Cervantes
Sottotitolo: Letteratura, arti e scienza nella Napoli del primo Seicento
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); 192 pagine; illustrazioni in monocromia ed a colori
Luogo, Editore, data: Napoli, Tullio Pironti, 2021
Collana: Materia Hispanica. Volume VI
ISBN: 9788879377560
Condizioni: nuovo
Note:
Prezzo: Euro 35,00
Disponibilità: In commercio

 


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Gli anni del viceregno di Pedro Fernàndez de Castro, VII conte di Lemos, rappresentano uno dei momenti di maggior splendore artistico e letterario della Napoli spagnola. Dal 1610 al 1616 si dispiega l'azione di governo, caratterizzata da una politica di forte dirigismo culturale del Viceré, in una città plurilingue in cui vivono e compongono alcune delle loro più celebri opere intellettuali come i fratelli Argensola, Villamediana, Della Porta e, ovviamente, Giovan Battista Manso , fondatore, nel maggio del 1611, di quel grande sodalizio culturale che fu l'Accademia degli Oziosi. Dedicatario delle principali opere del Cervantes maturo (le Novelas ejemplares nel 1613, la Seconda Parte del Chisciotte nel 1615, il volume Ocho comedias y ocho entremeses nel 1615 e il postumo Persiles nel 1617) e di testi di autori napoletani tra cui spicca Giovan Battista Della Porta, il VII conte di Lemos è, assieme a sua moglie Catalina de la Cerda y Sandoval, illustre mecenate, nonché fulcro di un poderoso circolo attorno al quale gravita l'attività culturale e letteraria napoletana, marcata dalla riforma universitaria e dalla costituzione di una imponente biblioteca pubblica che il Viceré volle lasciare in eredità alla città.

Nato dall'intento di celebrare il legame tra la Spagna e Napoli in occasione del IV centenario della morte di Cervantes, il volume presenta saggi di ambiti diversi: alcuni sono eruditi commenti di passaggi testuali del romanzo di Cervantes, altri sono incentrati sul rapporto che il grande scrittore ebbe con Napoli e con colui che ne fu viceré negli anni che vanno dal 1610 al 1616; altri ancora affrontano momenti essenziali della parabola mecenatesca di Pedro Fernàndez de Castro, gettando nuova luce sulle correnti ideologiche, le teorie filosofico-scientifiche e gli orientamenti letterari che animarono la Napoli delle prime decadi del Seicento: una straordinaria stagione politica e culturale, in cui la città partenopea assurse a grande capitale italiana ed europea.


 


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