Un_Poeta_in_Musica_pTitolo: Un Poeta in Musica: Salvatore Di Giacomo
Sottotitolo: Storia delle duecento canzoni di Salvatore Di Giacomo corredata da due dischi in vinile.
Scritti di Gianni Cesarini, Eduardo De Filippo, Salvatore Di Giacomo, Gianni Infusino.
Descrizione: Pregiata edizione non venale, pubblicata in occasione del cinquantennio della scomparsa del Poeta, impressa su Carta Old Mill della Fedrigoni (VR), rilegata, con dorso in tela, con titoli e l'immagine in copertina anteriore in oro, in formato in folio (cm 32,5 x 32,5); 80 pagine non numerate; molte illustrazioni in b/n nel testo. Tiratura limitata di 980 esemplari non numerati. Esemplare in buono stato; leggermente allentato; in 4 pagine sono presenti annotazioni a penna con inchiostro verde (le note sono aggiornamenti o correzioni al testo); spellature agli angoli delle copertine e dorso in tela con capitelli danneggiati (vedi foto in basso nella scheda); le tasche contenenti i vinili  presentano scollature.
Luogo, Editore, data: Napoli, Banco di Napoli, maggio 1984
Disponibilità: NO

 


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Note Tecniche:
Sugli Lp sono stati riversati, dopo un attento ma non accanito lavoro di filtraggio solo dischi mai riversati in LP in precedenza, in maniera da allargare la possibilita' d'ascolto anche a chi non sia collezionista di 78 giri. Il lavoro di filtraggio e riversamento è stato compiuto con la piu' grande cura per tagliare il piu' possibile il fruscio senza alterare i timbri delle voci. Quindi si è preferito non eliminare del tutto il fruscio per non alterare i suoni originali.

Sulla scia del poeta senz'altro sancito da Croce nel 1903, i critici di tutta Italia e anche stranieri (pensiamo al Vossler, alla Bacaloglu e ai francesi che lo hanno tradotto), scoprirono Salvatore Di Giacomo; non soltanto la sua poesia, ma anche la sua narrativa, il suo teatro, la sua vasta erudizione, le sue canzoni. Si, persino le canzoni, oggi considerate componenti dell'effimero ma delle quali, un tempo, s'interessavano anche i letterati.

dorso volume un poeta in musicaCroce fu un caposcuola, i suoi saggi orientarono e condizionarono coloro che si mossero dopo di lui nel campo della critica letteraria: da Luigi Russo a Renato Serra, da Giuseppe De Robertis a Pietro Pancrazi, da Tommaso Marinetti a Francesco Flora.

Con Flora s'interruppe la stagione crociana e da allora (1946) non c'è stato ricambio, non sono state piu' affrontate analisi che potessero contribuire o perlomeno avviare la necessaria revisione critica del Di Giacomo; qualche positivo accenno di Pier Paolo Pasolini, una episodica sortita di Eugenio Montale e null'altro, soprattutto a causa della mancanza di un punto di riferimento luminoso come quello spentosi, dell'impoverimento della storiografia letteraria, della carenza di storiografi.

Alberto Asor Rosa ha osservato di recente che nel giro di qualche decennio la critica letteraria, sfuggita alla sua iniziale vocazione che la rendeva ancella della letteratura, dapprima s'è fatta scienza, disciplina autonoma, sistema conoscitivo, poi ha sottomesso a sé l'antica padrona e questa, a sua volta, s'è vendicata «inoculando nei lettori» la persuasione che si possa e si debba fare a meno della critica per una lettura e un uso corretto dei testi. Attualmente - sempre secondo Asor Rosa i due universi si sono quasi completamente separati: la letteratura non ha piu' bisogno della critica letteraria per essere letta; la critica non serve piu' a far leggere, o leggere meglio, la letteratura.

Non è precisato, però, come la critica letteraria intenda comportarsi, prima di occupare definitivamente la nuova spiaggia, nei confronti di quelle zone letterarie nelle quali manca da tempo ogni tipo d'aggiornamento e di revisione, zone occupate da Bracco, da Di Giacomo, dalla Serao, ma anche da Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani e da Rocco Galdieri, questi ultimi ignorati da Croce (il quale, d'altronde, aveva taciuto anche su Mastriani) e dai suoi seguaci, o imitatori che dir si voglia.

Sarebbe necessario che la critica, senza allontanarsi dall'ottica moderna, che suggerisce il «divorzio» dalla letteratura, coprisse i vuoti del passato, rivedesse le bucce a molti autori e correggesse, ove necessario, i giudizi finora espressi. Solo in questo caso la letteratura meridionale potrebbe uscire dall'assurda e inconcepibile emarginazione alla quale sembra essere stata destinata negli ultimi quarant'anni almeno: ce ne accorgiamo nell'addentrarci in Di Giacomo,ne fummo partecipi quando si trattò di trovare un orientamento tra la gran produzione della Serao.

L'orizzonte disciplinare della critica letteraria è da tempo diverso? Benissimo: non ci risulta però che su Di Giacomo (o su altri) si sia lavorato di filologia, di linguistica, di psicologia, di semiologia, di estetologia, di antropologia. In attesa che ciò avvenga (e non è detto che a farlo debba necessariamente essere la critica ufficiale, quella dei parrucconi in cattedra o degli inconcludenti accademici del post-moderno), un Cinquantenario può contribuire all'avvio del discorso, può offrire materiali per aprire squarci critici nell'opera complessiva che si ha di fronte, nonostante nessuno abbia mai separato, in essa opera, il grano dal loglio.

La canzone digiacomiana fa parte delle opere e riteniamo di poter offrire, con questo album, sufficienti «materiali canori» per l'approfondimento di un fenomeno né secondario né transitorio negli anni in cui il Di Giacomo fu maggiormente attivo sul fronte della letteratura.

Gianni Cesarini da musicologo appassionato, da ricercatore tenace e da critico attento e severo, ha condotto uno studio che non ha precedenti, né tra quello specifici sulle attivita' del Di Giacomo, né nel discusso ma antico mondo della canzone napoletana.

Di tale studio dovrà tener conto chiunque, in futuro, si accostera' al Di Giacomo con l'intenzione di studiarlo compiutamente, in tutti i suoi aspetti e interessi.

Altri materiali, questo Cinquantenario di cui ci siamo fatti carico in una citta' disseminata di triboli, può mettere a disposizione dei critici: da quelli sul giornalismo a quelli sulla musica, da quelli sui rapporti con Croce a quelli riguardanti l'attivita' di bibliotecario, tutti nella sfera del poeta senz'altro, amato stimato e ben criticato dagli appartenenti alla stagione crociana. Dopo di che la critica letteraria avra' un compito meno difficile nella pur tardiva opera di aggiornamento e di spoglio. Il Cinquantenario potrebbe consentire di cominciare dal Di Giacomo, per poi muoversi nei suoi dintorni e per andare indietro nel tempo. Un percorso, quest'ultimo, che per Napoli può, purtroppo, anche scavalcare i secoli e arrivare ai Cortese, ai Basile e agli Sgruttendio. Cosi' lontani da noi, cosi' vicini a questo tipo di discorso.
Gianni Infusino

 

Elenco dei brani:    
     
Disco 1, lato a    
Napulinata   Vittorio Parisi
Oje marena''   Mario Sammarco
Marechiare   Augusto Ferrauto
Era de maggio...   Fernando De Lucia
Oili', oila'   Eva Nova
'A retirata   Mario Pinto
Luna nova   Vittorio Parisi
     
Disco 1, lato b    
Munasterio   Vittorio Parisi
'E spingole frangese   Giorgio Schottler jr.
Lariula'   Ebe De Paulis
Catari''   Vittorio Parisi
Carcioffola'   Raffaele Balsamo
Matalè'   Pietro Mazzone
Campagnola   Giuseppe Godono
     
Disco 2, lato a    
Serenata napolitana   Fernando De Lucia
'A sirena   Giuseppe Godono
Tu nun me vuò' cchiu' bene   Giuseppe Godono
Palomma 'e notte   Gennaro Pasquariello
Canzone a Chiarastella   Enzo de Muro Lomanto
Vintiquatt'ore   Angela De Angelis
Aurora int''o specchio   Vittorio Parisi
     
Disco 2, lato b    
L'ora 'e l'appuntamento   Vittorio Parisi
Mierolo affurtunato   Ada Bruges
A San Francisco   recitata da E.A. Mario
Pianefforte 'e notte   voce recitante Stefano Satta Flores.
Orchestra Scarlatti, diretta da Ugo Rapalo
     

 


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