I DIVI DELLA CANZONE COMICA 1900 - 2000 - Antonio SciottiAutore: Antonio Sciotti
Curatore:
Titolo: I divi della canzone comica
Sottotitolo: 1900 - 2000
Descrizione: Volume in formato 8°; 438 pagine.
Luogo, Editore, data: Avellino, ABE, 2021
Collana: Canzoni fra Otto e Novecento
ISBN:
Prezzo: Euro 59,00
Disponibilità: In commercio

 


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La canzone napoletana è ricca di tanti generi musicali che l’hanno caratterizzata fin dalla sua nascita. Questo studio si occupa della macchietta, un genere che, fin dal periodo dell’industrializzazione della canzone napoletana e dell’avvento del mercato discografico, ha resistito al passare del tempo arrivando fino a noi, anche se con tecniche di scrittura e di composizione completamente diverse. Infatti, nel corso degli anni ha subito una evoluzione a partire dagli anni ‘30 del Novecento quando, grazie ai contributi di Giuseppe Cioffi, la musica diventa protagonista al pari del testo. In questo modo, non sono solo le parole a suscitare ilarità, ma lo è anche la musica spesso più spiritosa del testo stesso. Canzoni quali Dove sta Zazà, Fresca fresca, Isotta, No tu mi ‘a fa fa, ‘Nu poco ‘e sentimento, N’accordo in fa, ‘A casciaforte o Agata ne sono degli esempi.
Un secondo mutamento, che stravolgerà la stessa definizione di macchietta, avviene negli anni ’50; questa volta il cambiamento è nel testo. Mutano i protagonisti che non sono più soggetti caricaturali con mille difetti fisici o con quella bonarietà di carattere spesso confusa con la stupidità (Ciccio Formaggio, Rea confessa, M’aggia curà, In vino veritas), bensì personaggi comuni, semplici uomini e donne, ma con delle idee strambe che divertono per l’eccentricità delle loro trovate e per le loro aspirazioni. Ecco allora che nascono canzoni quali ‘A sunnambula con la bella Carmela che s’inventa di essere sonnambula per raggiungere il suo fidanzato, o Tu vuò fa’ l’americano con il giovane scugnizzo napoletano che si atteggia a yankee, o ancora Cummare e ccummarelle con il casanova del quartiere che, adulato da tante donne, viene fregato da Stella che invece sceglie il convento, o ancora Torero con Don Ciccio il toreador napoletano dall’aria trasandata e dal fisico caduto. Questo tipo di canzone arriva fino ai tempi più recenti con il giovane innamorato di Fortuna Robustelli che diventa il Braccio di Ferro dei poveri, o con il marito assonnato di Federico Salvatore che detesta il suo neonato che non lo lascia dormire in Ninna nanna.
Queste canzoni, molto allegre, dal ritmo orecchiabile e spesso travolgente, proprio perché non fanno più ridere sbeffeggiando come nelle macchiette, ma procurarono semplici sorrisi o comunque il buon umore, sono state definite “canzoni umoristiche”, definizione lanciata da Roberto Murolo quando, nel 1971, incise il doppio album L’umorismo della canzone napoletana moderna. Il popolare cantante-chitarrista raccolse in un disco canzoni comiche dal 1930 al 1948 e, nell’altro, brani dal 1951 al 1965. Quest’operazione, molto valida, col tempo è diventata un po’ fuorviante in quanto farebbe intendere che esiste un confine tra le canzoni di Ferdinando Russo o di Pasquale Cinquegrana e quelle di Gigi Pisano o di Arturo Gigliati che delimita due generi, quello della macchietta e quello della canzone umoristica.
Ma se fosse così, allora il genere della canzone umoristica sarebbe nato, più o meno, nello stesso periodo della macchietta perché le canzoni di Armando Gill (E allora?, Beatrice, La donna al volante, Villeggiatura a Capri), soprattutto nel testo, rientrerebbero nelle canzoni umoristiche, in quanto i protagonisti non sono degli imbruttiti, ridicoli, analfabeti o goffi, bensì personaggi comuni dalle idee strampalate, identici a quelli cantati da Carosone, da Marsiglia o da Fierro.
In conclusione, la canzone umoristica non è altro che l’evoluzione della macchietta ed entrambe appartengono all’unico genere che è quello della canzone comica napoletana.
Una valida definizione della macchietta la offre Ettore De Mura nella sua Enciclopedia della Canzone Napoletana. Secondo lo storico la macchietta s’inquadra nel genere comico, ove sentimenti e atteggiamenti sono presentati di volta in volta, con spunti umoristici, satirici, ridicoli, ironici, grotteschi, arguti e scherzosi. Il suo scopo è di provocare il riso, o almeno un sorriso. La macchietta mette in primo piano un tipo (personaggio) e cerca il più possibile di ritrarne, deformandoli, i lati apparentemente comici, così come il vero artista della matita da un solo tratto caratteristico della figura che ha preso in oggetto, ricava una ben riuscita caricatura alterando, in piccolo o in grande, i punti che più sollecitamente lo hanno colpito.
La musica della macchietta non ha un ritmo particolare perché la sua funzione è di far da sottofondo alla mimica del macchiettista.
In questo libro, sono stati raggruppati 36 cantanti che, dalla fine dell’Ottocento ad oggi (ovvero dalla nascita del disco), hanno intrapreso la strada della canzone comica per la quasi totalità della propria carriera. Per questo motivo, sono stati esclusi artisti che, nonostante il notevole apporto al genere (Roberto Murolo in primis) hanno avuto solo una breve parentesi discografica rispetto alla totalità della loro stessa discografia.
Seguendo la metodologia della discografia, sono stati inclusi i soli artisti di cui esistono i file sonori e che non fanno parte di gruppi, duo e trii, rimandati per un successivo approfondimento a nuova pubblicazione.
Come per i libri Almanacco della Canzone Napoletana Vol. 1 e 2 e Le dive del fonografo, tutti i titoli napoletani, sia di canzoni che di riviste e di commedie, sono stati copiati esattamente dagli spartiti o copioni originali o periodici dell’epoca, anche negli eventuali errori. Infine, solo per i teatri non napoletani, viene specificata la città.
Tra i cantanti inseriti in questo libro, sono presenti anche artisti che hanno avuto la prima parte della loro carriera nel varietà, come Raffaele Viviani, Totò, Adolfo Narciso, Gigi Pisano, Gianni Simioli e Arturo Gigliati, il cui contributo è stato prezioso alla canzone comica napoletana. Sono inseriti anche Gino Maringola (noto attore drammatico e brillante) e l’Anonimo Napoletano (popolare compositore e direttore d’orchestra) che, parallelamente alla loro attività principale, coltivarono la passione per la canzone comica. L’elenco continua con il gruppo dei primi cantautori (Armando Gill, Agostino Riccio, Vincenzo Scarpetta, Gaspare Castagna), con Gustavo De Marco, il comico che sostituì l’interpretazione teatrale della macchietta con quella delle movenze circensi, e con Berardo Cantalamessa che cantava le macchiette con voce baritonale, fino ad arrivare a Renato Carosone e Aurelio Fierro che riuscirono a portare la canzone napoletana ai primi posti delle hit parade di tutto il mondo. Una menzione particolare merita anche Enigma, la prima drag queen della canzone napoletana, le cui esibizioni, negli anni ’10 e ‘20, furono inserite nella categoria artistica delle Attrazioni Diverse e Comiche.
In definitiva, ognuno di loro ha dato per stile, carattere e verve un personalissimo contributo alla canzone comica e soprattutto all’industria del disco, elementi preziosi che li accomunano in questo libro.

Indice:

Leo Brandi
Berardo Cantalamessa
Renato Carosone
Gaspare Castagna
Gustavo De Marco
Gegè Di Giacomo
Enigma
Farfariello
Mimì Ferrari
Aurelio Fierro
Pietro Fioravanti
Fregolino
Arturo Gigliati
Armando Gill
Ciro Gino
Beniamino Maggio
Nicola Maldacea
Gino Maringola
Vittorio Marsiglia
Carmine Mazza
Anonimo Napoletano
Adolfo Narciso
Gigi Pisano
Agostino Riccio
Federico Salvatore
Vincenzo Scarpetta
Alberto Selly
Gianni Simioli
Tony Tammaro
Aldo Tarantino
Nino Taranto
Frank Tellina
Totò
Peppino Villani
Bob Vinci
Raffaele Viviani
Autore: Antonio Sciotti
Curatore:
I DIVI DELLA CANZONE COMICA 1900 - 2000 - Antonio Sciotti





 


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