Il_Museo_Archeologico_dei_Campi_Flegrei_pAutore: Paola Miniero (curatore)
Titolo: Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel castello di Baia.
Testi di: Stefano De Caro, Paola Miniero, Enrico Guglielmi, Carlo Gasparri, Fausto Zevi, Patrizio Pensabene, Stefania Adamo Muscettola, Paolo Caputo.
Descrizione: Volume in 8° (cm 24 x 16); pp. 109; ampio corredo iconografico a colori
Luogo, Editore, data: Napoli, Electa Napoli, 2000
Numero di edizione: Prima
Disponibilita': No

 


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Per la sua posizione amena, l'area di Baia fu individuata come luogo ideale per gli otia dell'aristocrazia romana e degli imperatori, che vi costruirono ville sontuose.

Non è un caso, dunque, che il Castello aragonese di Baia, prima sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, esponga documenti eccezionali da Baia, Miseno, Bacoli: l'imponente Sacello degli Augustali di Miseno, ricostruito con la sua decorazione architettonica e scultorea; il complesso delle sculture del Ninfeo di Punta Epitaffio, ritrovato nel corso di uno scavo subacqueo.

E ancora, un unicum: raccolta dei "gessi di Baia", centinaia di frammenti di calchi tratti direttamente dalle piu' celebri sculture greche dell'eta' classica, e adoperati, tra I e II secolo d.C., come modelli per l'esecuzione di copie marmoree destinate decorare ville e edifici pubblici.

 


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"UN LIBRO A CASO"

LA PITTURA NAPOLETANA DEL II OTTOCENTO - Rosario Caputo

la pittura napoletana del ii ottocento rosario caputoAutore: Rosario Caputo
Titolo: La pittura napoletana del II Ottocento
Sottotitolo:
Descrizione: Volume rilegato, in formato 4° (cm 32 x 24,5); 496 pagine;500 illustrazioni e tavole a colori raffiguranti i capolavori della Pittura dell'800, molti dei quali pubblicati per la prima volta, in quanto appartenenti a collezioni private. 
Luogo, Editore, data: Sorrento (NA), Franco Di Mauro, 2017
Collana: 
ISBN: 9788869780448
Prezzo: Euro 75,00
Disponibilità: In commercio

 


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L’abruzzese Filippo Palizzi fu tra i «padri» del Realismo napoletano di metà secolo tra i pittori di paesaggio assieme ai pittori «di storia» come Morelli, Altamura e Celentano. Tutti loro puntavano a una riforrna della tradizione accademica che facesse risultare anche più convincenti del «vero»» cose e situazioni soltanto immaginate.
Ma la vera novità sarà rappresentata dalla macchia cromatica come strumento di costruzione delle immagini fissate in nette scansioni luministiche senza dimenticare la loro originaria inclinazione naturalistica per il paesaggio.
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