Uno dei pregi del libro di Armando Rotondi è quello di addentrarsi nei meandri delle definizioni (wagnerismo, ibsenismo, verismo, simbolismo, intimismo, pirandellismo) che si fronteggiano all'interno del dibattito teatrale dalla fine dell'Ottocento ai primi decenni del Novecento.
Un dibattito che, dalle scene alle cronache giornalistiche e teatrali agli interventi su riviste e libri, si accende di fronte a ogni grande innovatore, da Wagner a Ibsen, a Pirandello, per poi esplodere piu avanti nell'accesa polemica fra teatro vecchio e teatro nuovo, che coinvolse un po' tutti: Marco Praga, Silvio D'Amico, Adriano Tilgher e persino Pirandello.
Questa vivace contrapposizione finì per travolgere, per tanti aspetti, lo stesso teatro di Roberto Bracco, spesso in sintonia con le grandi problematiche dei suoi tempi, ma prigioniero di forme drammatiche tardo_ottocentesche. [ ... ]

Rifuggendo dalla genericità, il libro di Armando Rotondi entra nel merito di ogni rapporto intercorso fra Bracco critico giornalistico o fra Bracco drammaturgo e i grandi modelli di riferimento. (dall'introduzione di Beatrice Alfonzetti)

 


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