ada_bruges_pAutore: Antonio Sciotti
Titolo: Ada Bruges.
Sottotitolo: L'ultima sciantosa di Cantanapoli
La vita artistica (1921 - 1945)
Prefazione di Pietro Gargano
Descrizione: Edizione in formato 8° (cm 24 x 17); 127 pagine; alcune illustrazioni in b/n fuori testo
Luogo, Editore, data: S.l., s. d., Rabo
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: In commercio

 


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Graziosa e paffuta, Ada Bruges scoprì di avere talento cantando, quasi per gioco, nel Circolo Spena di Acerra e nel Dopolavoro Ferroviario frequentato dal padre capostazione.
Fece un'audizione col grande tenore Fernando De Lucia: promossa, studiò lirica per sei anni col maestro Sebastiani del San Carlo. Forse per passione, forse per cercare scorciatoie al successo, su consiglio di Ernesto Tagliaferri, si dedicò alla canzone napoletana e al varietà.


Esordì all'Eden di Napoli nel 1919. Da allora fu un crescendo che sorprese lo stesso impresario Resi: concerti, audizioni di piedigrotta, viaggi in America, il primo sul Vulcania dove viaggiava Tito Schipa, oltre all'amicizia e alla stima dei più importanti autori napoletani, soprattutto E.A.Mario.
Ada cantò all'Academy of Music di Brookiyn dove aveva spopolato Beniamino Gigli. Ernesto Murolo la volle nella compagnia, con Parisi, Maldacea e Carlo Buti, che a fine 1931 fondò il Festival di Sanremo. Di Massa definì "luminosa e pittoresca" la napoletanità della Bruges, che si ritirò nel primo dopoguerra.
Per l'addio le fu riservato l'onore del San Carlo. Tremava, Alberto Amato dovette accompagnarla al proscenio; ma aveva paura del microfono, oggetto allora desueto, non certo del pubblico.
Era stato proprio Amato, non molto tempo prima, a convincerla ad usare il nuovo mezzo. Accadde nella Piedigrotta Epifani in giro per l'Italia.
Per la prima volta, nella strepitosa carriera, Ada aveva colto qualche segno di dissenso. Andò in lacrime nel camerino del collega che le disse "Signò, provate almeno una volta". Ada accettò il consiglio, usò il microfono e il Politeama di Genova fu per lei un unico applauso.
Morì a 77 anni, è sepolta nella congrega dei Caprettari al Monumentale.
Ada Bruges incarnò le contraddizioni della diva napoletana: fatale in palcoscenico, con la sua bellezza florida e la voce carnale; semplice e modesta nella vita. Seppe ritirarsi al momento giusto, dopo che la guerra aveva spazzato pure i gusti del suo tempo. E fu bello che fosse il San Carlo a ospitarla per il congedo.

 


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