FerdRusspCuratore: Giovanni Amedeo   
Titolo: Ferdinando Russo. 2 volumi.
Sottotitolo: Il sorriso e la violenza di Napoli plebea e piccolo borghese.
Poesie.
Descrizione: Volumi in 8° (cm 24 x 17); pp. 716 complessive; in cofanetto rigido.
Luogo, Editore, data: Napoli, Tempolungo, 2000
Disponibilita': No

 


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Un'Opera completa sul poeta Ferdinando Russo, ad un prezzo molto accessibile, che racchiude in sè la biografia, la critica e la produzione letteraria.
Ferdinando Russo, fra gli scrittori napoletani del suo tempo, rappresenta una vistosa eccezione a un comune modo di far poesia, basato sulla liricita', per l'alternarsi nella sua opera di motivi estremamente liberi con altri rigorosamente realistici; l'ingenuita' popolare convive col tono polemico, l'estrosita' col risentito rilievo politico, il denso quadro di vita col meridionalismo cosciente.


E con l'artista è eccezionale l'uomo: lo spettacolo penoso delle torme di ragazzi abbandonati sulle strade - gli scugnizzi - per lui non fa colore, lo turba; il disagio e la decadenza di Napoli, sottoposta contemporaneamente a un'esiziale perdita di ruolo e a un fiscalismo che non conosceva, lo fa riflettere; le prime macroscopiche speculazioni edilizie, salutate dalla stampa ufficiale e dagli innumerevoli gregari del potere come iniziative ottime e salutari, lo indignano.

Sicché solo a Ferdinando Russo, a settantun anni dalla sua morte, possiamo chiedere un vivo e problematico ritratto della vecchia ex capitale del Reame tra il 1880 e il 1910. Nelle sue pagine il popolo e la piccola borghesia entrano in scena a comporre, sfaccettato nei suoi mille volti, un "commedione " che è anche un palpitante documento sul tramonto della citta'. Il poeta ne esplorò i mali recenti e il cuore antico con occhio a un tempo gelido e amoroso, demistificando le falsificazioni retoriche che rendevano inerti le descrizioni del costume fino a ridicolizzarlo.

L'ispezione della vecchia Napoli nei suoi vari aspetti fu condotta con inesauribile vigoria; la lezione belliana, insieme al verismo e al naturalismo, lo aiutarono a disciplinare, nell'accezione a lui possibile, l'impulso creativo, che pareva gia' autonomamente spingerlo verso forme senza concessioni alle morbosita' decadentiste e ricche di contrasti. Si volle nondimeno accusarlo non solo per un circoscritto gruppo di poesie di riporto fotografico e di mera trascrizione della parlata vernacola.

Rilievi poco obiettivi, perché pur attentissimo alla parola del popolo, era ben lontano dal collezionare con distacco espressioni e vocaboli colti sulla bocca della gente semplice. Ferdinando Russo fu attento al dialetto, come fenomeno espressivo e dinamico, lontano dall'esibizione del vocabolo in sé e per sé, preoccupato non degli innesti sporadici bensi' del tessuto quasi prosastico, compatto e rude dei suoi versi, a parte le poesie d'amore, spesso d'incantevole delicatezza.

 


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