la_patria_l_arte_la_donnaCuratori: Christine Farese Sperken, Luisa Martorelli, Francesco Picca
Titolo: La Patria l’Arte la Donna
Sottotitolo: Francesco Saverio Altamura e la pittura dell’Ottocento in Italia
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 31 x 24); 264 pagine; 160 illustrazioni a colori e 21 in b/n
Luogo, Editore, data: Foggia, Claudio Grenzi, 2012
ISBN: 9788884315045
Prezzo: Euro 49,00
Disponibilità: In commercio

 


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... La mostra «La Patria, l’Arte, la Donna. Francesco Saverio Altamura e la pittura dell’Ottocento in Italia» - curata da Christine Farese Sperken, Luisa Martorelli e Francesco Picca e ospitata nelle due sedi di Palazzo Dogana e Museo Civico - propone 90 opere circa, affiancando alle tele di Altamura quelle di altri suoi contemporanei, da Domenico Morelli al terlizzese Michele de Napoli, ai toscani Serafino de Tivoli, Cristiano Banti, Vincenzo Cabianca... L’obiettivo dichiarato dai curatori è quello di «riuscire a delineare un profilo - chiaro e suggestivo - di un artista che, come pochi altri, ha saputo trasformare la propria arte nella perfetta incarnazione di un ideale patriottico, sentito come una forma di impegno civile e morale». 

Facendo scorrere lo sguardo sui dipinti di Altamura, e tenendo comunque presenti le vicende della sua esistenza - che egli sublimò in un’autobiografia dal titolo Vita e arte, apparso l’anno prima della morte -, non si può non condividere il giudizio che egli fu «la personalità più contraddittoria, più inquieta, dalla vita più avventurosa e travagliata, della vasta schiera dei pittori pugliesi del secondo Ottocento» (Ch. Farese Sperken). E se è vero - come lui sostenne - che la sua arte è frutto di un’Idea, sembra altrettanto vero che essa subisce i colpi inevitabili della delusione di fronte al trasformismo delle ideologie e dei gusti. Basterebbe soffermarsi sul dipinto «Mario vincitore dei Cimbri» (soggetto dal forte sapore evocativo per quei tempi) che il pittore foggiano impiegò alcuni anni a finire: sembra quasi che Altamura avvertisse che quel tema e quello stile da lui adottato all’inizio avessero in sé qualcosa di superato e scivoloso. Il tema della «romanità» - così suggestiva per i tempi della rivoluzione francese e del regime napoleonico - aveva perso la carica eversiva. Tanto più che nel frattempo, anche l’idea risorgimentale era passata dal ribellismo del ‘48 alla stabilità del regime sabaudo dopo il 1861. Insomma, dopo la sbornia unitaria, non era più il tempo di dipinti come «La morte del crociato» (1848) il cui grido «Dio lo vuole» era passato dalla Terrasanta all’Italia nuova; né era il tempo di bozzetti come «Lo sbarco di Garibaldi al molo dell’Immacolatella» (1860), quadro di recente rinvenimento e che apre nuove prospettive sulla ricerca pittorica dell’Altamura con quelle sue «brevi sintetiche macchie di colore, con rapidi effetti di pennello», che lascerebbero presagire addirittura uno sguardo pre-impressionistico. E nemmeno era più il tempo di rievocare guelfi e ghibellini, come nei quadri della saga Buondelmonte, soprattutto in «I funerali» (1860), che a buon diritto può essere considerato il suo quadro migliore.

Tra suggestioni dell’antico, illustrazioni di capolavori narrativi e temi religiosi, l’arte incostante di Altamura mostra una versatilità che - fino a quando non si metterà rimedio alla grande dispersione dei suoi dipinti - ancora avvalora il giudizio critico espresso dalla sua più attenta critica, Costanza Lorenzetti, la quale già in un saggio del 1937 rilevava nella sua opera una ineguaglianza «di valore e di qualità», l’«inquieto oscillare» delle varie fasi creative tra «accademico-romantico, verista e naturalista». Con l’arte sacra, Altamura sembra recuperare quel rapporto con la sua Puglia, improntato a «odio e amore». Le committenze della chiesa di Castrignano de’ Greci nel Salento e quella della cattedrale di Altamura, nell’ambito di un radicale rinnovamento del tempio», corroborano il grande senso religioso del pittore negli ultimi suoi anni («fidem quaero»). Il suo «San Tommaso d’Aquino» per la chiesa di Altamura (1875), sta lì come una sintesi della sua ricerca pittorica: sul santo domenicano, in atto riflessivo e immerso in un interno conventuale, un Cristo benedicente affrescato sul muro offre un volume dal titolo Summa Theologica, quello appunto che sarà l’opera maggiore di Tommaso. Un riflesso di ciò che è diventata ormai, anche per il pittore, l’ispirazione divina dell’opera umana.
Brano tratto dall'articolo di Giacomo Annibaldis, pubblicato sul sito web www.lagazzattadelmezzogiorno.it

saggi di:
Silvestra Bietoletti
Ioannis Bourloyannis-Tsangaridis
Christine Farese Sperken
Gloria Fazia
Alessandra Imbellone
Luisa Martorelli
Franco Mercurio
Francesco Picca
Gianfranco Piemontese
Eugenia Querci
Regesto biografico
Maria Elena Maimone
Carmine Napoli

schede a cura di:

Silvestra Bietoletti
Gaetano Cristino
Simone D’Andola
Brigitte Daprà
Federica De Rosa
Francesca Di Gioia
Christine Farese Sperken
Katia Fiorentino
Alessandra Imbellone
Stefania Laudoni
Maria Elena Maimone
Luisa Martorelli
Carmine Napoli
Francesco Picca
Patrizia Piscitello
Gianluca Puccio
Eugenia Querci
Fabio Speranza
Maria Tamajo Contarini

Indice del volume:

9 Antonio Pepe
Presidente della Provinca di Foggia

10 Maria Elvira Consiglio
Vice Presidente Assessore alle Politiche Culturali
e Turismo della Provinca di Foggia

11 Gianni Mongelli
Sindaco di Foggia

12 Fabrizio Vona
Soprintendente per il Patrimonio Storico,
Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale
della Città di Napoli

13 Francesco Andretta
Presidente della Fondazione
Banca del Monte di Foggia

14 Micky de Finis
Dirigente Servizi di Presidenza
Provincia di Foggia

17 Una vita vissuta al limite
Franco Mercurio

29 Vita e Arte. L’autobiografia di Francesco Saverio Altamura
e la ricerca incompiuta di Costanza Lorenzetti
Francesco Picca

41 "L’antica Apulia e proprio Foggia fu la terra dove nacqui"
Christine Farese Sperken

47 1. La formazione accademica (schede)

63 L’artista e il patriota. L’impegno nell’età del Risorgimento
Luisa Martorelli

71 2. I Patrioti (schede)

85 Gli anni fiorentini di Saverio Altamura
Silvestra Bietoletti

91 3. La Toscana (schede)

103 Il Trionfo di Mario. Dal Concorso Ricasoli alla satira
del Circolo Artistico
Alessandra Imbellone

111 4. Il Concorso Ricasoli (schede)

123 Una Famiglia estesa tra Atene, Parigi, Copenhagen, Napoli
e Firenze
Gianfranco Piemontese

131 5. La vita e gli affetti (schede)

147 6. La letteratura ispiratrice (schede)

163 7. Nuovi aspetti del naturalismo (schede)

181 Suggestioni dall’antico
Eugenia Querci

187 8. Suggestioni dall’antico (schede)

195 9. Fidem Quaero (schede)

203 10. Disegni (schede)

213 Saverio Altamura nel Museo Civico di Foggia:
storia di una collezione
Gloria Fazia

217 La presenza artistica di Francesco Saverio Altamura in Grecia
Ioannis Bourloyannis - Tsangaridis

221 Regesto biografico
Maria Elena Maimone e Carmine Napoli

235 Esposizioni e vendite all’asta
236 Opere eseguite per le chiese
237 Collezioni private
247 Collezioni pubbliche
254 Bibliografia

 


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