Titolo: Antonino Leto
Sottotitolo: Tra l'epopea dei Florio e la luce di Capri
Catalogo di mostra. Palermo, Galleria d'Arte Moderna, 13 ottobre 2018 - 10 marzo 2019
Descrizione: Volume in formato 4° (cm 28 x 23); 184 pagine; 150 illustrazioni a colori; peso: Kg 0,95
Luogo, Editore, data: Cinisello Balsamo (MI), Silvana, 2018
Collana: Arte
ISBN: 8836640672 - EAN: 9788836640676
Disponibilità: NO
Il volume accompagna un’importante ed esaustiva rassegna dedicata ad Antonino Leto (Monreale, 1844 – Capri, 1913), protagonista, insieme al coetaneo Francesco Lojacono, di una straordinaria stagione che ha visto la cultura artistica siciliana assumere un ruolo di rilievo nel panorama internazionale.
La sua vicenda biografica e artistica tocca i nodi cruciali di un’epoca a cavallo fra tradizione e modernità, un tempo che scandisce importanti cambiamenti, registra l’affermazione di nuovi linguaggi pittorici e fa emergere il ruolo dell’artista come sensibile interprete del nuovo.
A differenza di Lojacono, Antonino Leto non resta ancorato alla sua terra ma, dopo aver vissuto per brevi periodi tra Napoli, Firenze e Parigi, nel 1882 lascia Palermo per trasferirsi a Capri, isola che fu fonte della sua più autentica ispirazione e dove, lontano dai clamori, ebbe modo di esprimere il suo geniale estro creativo. Il fascino della natura dell’isola lo spinge verso nuove forme di conoscenza, permettendogli di cogliere appieno la complessità dell’esistenza.
Proprio le opere dipinte a Capri contribuirono ad accrescere la fama dell’artista, il consenso della critica e del collezionismo e l’affermazione sui mercati internazionali.
Frutto di un lungo lavoro di ricerca ad opera di eminenti studiosi, il volume restituisce la figura di Antonino Leto a una dimensione europea, componendo un altro importante tassello per la lettura delle arti figurative in Sicilia nell’Ottocento.
Testi di: Luisa Martorelli, Alba Irollo, Elisabetta Staudacher, Fausto Minervini, Stefano Bosi, Gioacchino Barbera, Antonia Tafuri
«Antonino Leto venne a Capri verso il 1890, quando già la sua fama si era affermata con le grandi composizioni che lo collocarono fra i migliori coloristi del suo tempo; con "I Funari di Torre Annunziata", "La sciavica", "La passeggiata alle Cascine" e "La pesca del tonno". Venne a noi ancora giovane minato già dai mali che ne travagliarono lo spirito e ne martoriarono il corpo per vent'anni, sino alla fine, dolorosissima e triste. La sua sofferenza fisica fu quasi continua e fu essa che gli conferì un abito austero, solitario, di vita, nel quale i gelosi non seppero che vedere l'asprezza di un carattere temprato alle più dure necessità. Solo chi lo conobbe da vicino poté arrivare a sondare la profondità del suo animo mite e buono ed a scoprirvi quel fondo di bonaria ironia che ne rendeva la compagnia piacevole e cara. Io fui tra quei fortunati e mi è grato ricordare oggi, scrivendo di Antonino Leto, nell'istesso studio che egli occupò per lungo tempo nella nostra casa, le ore piacevolissime che il "maestro" non disdegnava passare in intima comunione col giovane amico di quei tempi» (Edwin Cerio, 1923)