GRAZIA E TENEREZZA IN SCENA. Bernardo Cavallino e il suo tempo 1616-1656 - Nicola SpinosaAutore: Nicola Spinosa
Titolo: Grazia e tenerezza in scena
Sottotitolo: Bernardo Cavallino e il suo tempo 1616-1656
Descrizione: Volume rilegato, in cofanetto, in formato 4° (cm 27,5 x 24,5); 550 pagine; 200 illustrazioni e tavole a colori ed in b/n; peso: Kg 3,69
Luogo, Editore, data: Roma, Ugo Bozzi Editore s.r.l.- Edizioni per la Storia dell'Arte
ISBN: 9788870030549
Disponibilità: No

 


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"Se per la corta vita di Girolamo Santacroce restò la nostra patria afflittissima, perduto avendo un suo eccellentissimo artefice di scultura, per la brevissima di Bernardo Cavallino ella dovette piangere quanto di ornamento e di onore poteva mai sperare da un raro e compiuto professor di pittura, imperciocché, o si riguardi la perfezione ed accuratezza del disegno, o l'ottimo componimento delle parti, accompagnato da nobile ed eccellente impasto di colore, ei sembra quasi impossibile che altri mai rinomato pittore d' tempi nostri (scarsi invero di grandi artefici) possa agguagliarlo". Così il De Dominici, nelle sue celebri Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani, edite alla metà del Settecento, inizia a narrare, tra realtà e fantasia, la vicenda biografica di Bernardo Cavallino, raffinato pittore di storie sacre e profane, quasi tutte per committenti e collezionisti privati, che, nato a Napoli nel 1616 e attivo verosimilmente ancora dopo il 1650, Mattia Preti, a dire del biografo settecentesco, avrebbe definito, per taglio compositivo, eleganza formale e preziosità di rischiarate stesure cromatiche della sua produzione avanzata, "il Pussino de' napoletani".
A più di venticinque anni dalla realizzazione della mostra di Cleveland e di Napoli, alla quale sono seguite altre rassegne antologiche sulla pittura a Napoli nel primo Seicento e in età barocca, Nicola Spinosa, proseguendo nei suoi studi sullo stesso argomento, torna a occuparsi di Bernardo Cavallino con un contributo monografico sul pittore attraverso una rilettura della sua produzione di numerosi dipinti identificati in varie raccolte private italiane e straniere.
Il catalogo dei dipinti (la maggior parte dei quali sontuosamente riprodotta a colori) ha portato a 133 le opere autografe di Cavallino (quasi il doppio rispetto alla settantina scarsa elencata nel catalogo della mostra del 1983-’84), e opportunamente si è scelto di aggiungere anche un catalogo dell’opera grafica (a cura di Cristiana Romalli) che registra 8 disegni autografi più un foglio assegnato al suo ambito.
Il volume è completato da voci di catalogo sulle opere più significative del Cavallino realizzate durante le vari fasi dello sviluppo artistico del pittori; esamina, altresì, la produzione di alcuni pittori attivi a Napoli nello stesso periodo, da Andrea Vaccaro a Antonio De Bellis, le cui opere rivelano come essi accolsero ed abbracciarono le scelte estetiche e stilistiche del Cavallino al punto che talvolta le loro opere siano state confuse con quelle realizzate dal Cavallino.

 


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