UrbspAutore: Lucia Malafronte, Carmine Maturo
Titolo: Urbs sanguinum.
Sottotitolo: Itinerario alla ricerca dei prodigi di sangue a Napoli.
Prefazione di Marino Niola; disegni di Alessia Cianflone
Descrizione: Volume in 8° (cm 17 x 11); pp. 110.
Luogo, Editore, data: Napoli, Intra Moenia, novembre 2008
Prezzo: Euro 9,50
ISBN: 9788895178998
Disponibilita': In commercio

 


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L'Urbs sanguinum, ovvero la "citta' dei sangui", è Napoli, e cosi' fu definita nel 1632 da un osservatore dell'epoca rimasto attonito di fronte alle tremila reliquie di martiri cristiani gelosamente custodite in citta' nel chiuso dei conventi o delle dimore private.
Sebbene il miracolo dello scioglimento del sangue abbia finito con l'identificarsi con San Gennaro, tanti altri santi compivano e tuttora compiono il prodigio. Gli autori del libro tracciano in irinerario alla scoperta dei prodigi del sangue e dei luoghi in cui ciò avviene.

Il materiale d'informazione e di conoscenza viene offerto senza la pretesa di far luce su tali prodigi, nella consapevolezza che si tratta comunque di fenomeni non solo religiosi, ma anche storici e culturali che ormai fanno parte integrante della nostra citta'.
Cosi' questa ricerca - come sottolinea Marino Niola nella prefazione - diventa un contributo a far riemergere il fascino, i segreti, i misteri della citta' e del sangue dei suoi martiri per "far scorrere Napoli nelle vene del mondo.

Indice del volume:

Presentazione a cura di Marino Niola - p. 9
Prefazione - p.11
Introduzione - p.13
Fanatismo da reliquia - p.17
Fenomenologia della liquefazione del sangue - p. 23
Prodigi di sangue a Napoli - p. 27
Santa Patrizia - p. 29
San Giovanni Battista - p. 33
San Pantaleone - p. 39
Chiesa di San Gregorio Armeno - p. 43
San Lorenzo - p. 45
Chiesa di San Lorenzo Maggiore - p. 49
Santo Stefano Protomartire - p. 49
Chiesa di Santa Chiara - p. 55
Sant'Alfonso de' Liguori - p. 57
Chiesa di Santa Maria della Mercede - p. 61
San Luigi Gonzaga - p. 63
Chiesa del Gesu' Vecchio - p. 67
Il sangue di San Gennaro - p. 69
Il Duomo - Chiesa Cattedrale - p. 77
Il "miracolo di San Gennaro" visto dai viaggiatori - p. 79
Catacombe di San Gennaro - p. 93
Le parenti di San Gennaro e le invocazioni - p. 95
Un fenomeno naturale chiamato "miracolo"? - p.107
Bibliografia - p.115

dalla presentazione di Marino Niola:
Sono trascorsi ormai quasi tre secoli da quando Charles de Brosses, nel 1737, defini' il miracolo di San Gennaro un graziosissimo capitolo di chimica, una trappola acchiappagrulli. Da allora una ininterrotta diatriba ha contrapposto due schiere agguerrite. Da una parte gli scettici , dall'altra i credenti si son combattuti, per lo piu' per mostrare gli uni la falsita', gli altri la verita' del miracolo. Finendo cosi' per ridurre una questione simbolica tanto complessa ad un quesito referendario.

Ciò ha spesso posto in second'ordine le ragioni "proprie" di un fenomeno: la sua genesi, il suo significato, le sue costanti e le sue metamorfosi, la sua permanenza e, questione di portata decisiva, il suo simbolismo. Ovvero il linguaggio nel quale il fatto viene enunciato, codificato, comunicato e trasmesso. E' ben nota la centralita' simbolica del sangue nel Mezzogiorno, ma soprattutto a Napoli.

Sono tante, e circondate da un'aura particolarmente miracolosa, le numerose ampolle e fiale contenenti il sangue di santi e beati che hanno rigato di innumerevoli rivoli scarlatti l'anima religiosa della citta'. Tante liquefazioni prodigiose che hanno, proprio nel miracolo di San Gennaro, il loro paradigma. San Giovanni Battista, Santa Patrizia, Pantaleone, Andrea Avellino, moltissimi altri. Fonti ormai secche, però, con l'eccezione di Patrizia.

Era tale il numero delle ampolle miracolose, orgoglio e vanto dei monasteri piu' potenti, che Jean Jacques Bouchard nel 1632 defini' Napoli urbs sanguinum, ovvero la "citta' dei sangui". Come un filo di Arianna la geografia del sangue lega diversi tempi e culture che compongono la storia napoletana e la sua geologica stratificazione. Dove il corpo ed il sangue, ovvero i riferimenti piu' arcaici, sono ancora attuali.

Lucia Malafronte e Carmine Maturo ci invitano a dipanare alcuni interessanti fili di questa mappa mettendoci sulle loro tracce, seguendoli nella loro flanerie nello spazio e nel tempo. Nella convinzione che dietro il folklore, e persino dietro il colore, c'è sempre un giacimento culturale che chiede solo di essere riportato alla luce.

In questo senso il lavoro dei due autori diventa un metafora del compito cui sono chiamate oggi le energie migliori di cui questa citta' è ricca. Far riemergere le ragioni nascoste di una potenzialita' attrattiva, di cui per il momento affiora solo lo scintillio del passato, facendola rifluire nel presente, in quella circolazione piu' ampia che costituisce oggi il vero flusso sanguigno del villaggio globale. Facendo scorrere Napoli nelle vene del mondo.

 


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