Titolo: Parlate campane
Sottotitolo: La selezione dell’ausiliare e il sitema clitico
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 15); pagine; illustrazioni a colori
Luogo, Editore, data: Roma, Aracne
Collana: Supplementi alla Biblioteca di Linguistica diretta da Massimo Arcangeli. N. 12
ISBN: 9788854845176
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: In commercio
presentazione
Il sistema verbale dei dialetti di Salerno, Cetara, Castiglione del Genovesi, Salitto (Olevano sul Tusciano), Napoli, Capri e Anacapri, nella Campania centro–meridionale, costituisce l’oggetto di questo lavoro, frutto di indagini dirette con informatori nativi svolte dall’autore nei centri esaminati. Il libro presenta il lavoro di tesi di dottorato che Giuseppe Vitolo ha elaborato presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Firenze, e si collega al programma di ricerca sulla sintassi dei dialetti italiani messo a punto da Leonardo Savoia e L. Rita Manzini, i cui risultati sono attualmente in corso di pubblicazione (Manzini e Savoia in stampa). Studiare la sintassi del verbo significa esplorare interessanti fenomeni della struttura di frase, come la distribuzione dei pronomi clitici e i costrutti ausiliare – participio. Questo lavoro offre infatti una descrizione dettagliata della selezione degli ausiliari, dell’accordo del participio passato, della distribuzione di essere e stare in funzione di copula, di avere come verbo lessicale e dell’uso dei clitici per varietà come quelle campane, ancora scarsamente studiate.
Fra i punti più interessanti di questo lavoro, vi sono i dati relativi ai costrutti ausiliari delle varietà di Salerno, Cetara e Castiglione del Genovesi, che mostrano una sistemazione basata non sulla classe verbale, come nell’italiano standard, ma sulla persona e sulle proprietà di modo/ aspetto (si veda ora Manzini e Savoia in stampa). Infatti mentre nell’italiano standard l’ausiliare alterna fra essere e avere a seconda della natura medio–riflessiva o transitiva del costrutto verbale, in questi dialetti il paradigma ausiliare resta uniforme con tutti i tipi verbali, associando però avere a tutte le persone eccetto la 3° ps, in cui compare essere. Inoltre l’ausiliare di tipo avere è caratterizzato generalmente da forme specializzate con base lessicale di tipo e. È interessante osservare che questa distribuzione di essere e avere è inversa rispetto a quella altrimenti ben più nota in letteratura, attestata dai dialetti abruzzesi, in cui essere compare alla 1°/ 2° p e avere alla 3° p. Riflessi di questa sistemazione affiorano peraltro anche in varietà indagate dall’autore, come quella di Salitto, dove l’ausiliare essere compare in tutte le persone, ad eccezione della 3° p, che seleziona avere. Un ulteriore punto di interesse di questi sistemi è che la distribuzione di essere e di avere nelle formazioni di piuccheperfetto (trapassato prossimo) e di controfattuale si discosta da quella osservata nel passato prossimo, generalizzando normalmente un unico ausiliare.
Questi sistemi sono confrontati con quelli del dialetto di Napoli, che seleziona l’ausiliare avere in tutte le persone del paradigma, e con quelli delle varietà di Capri ed Anacapri. In queste ultime varietà nel passato prossimo avere ricorre in tutte le persone eccetto che alla 2° ps, dove compare una forma specializzata di essere, preceduta da un formativo a/e. Sono anche attestate alternanti palatalizzate di avere del tipo osservato nelle varietà salernitane. Il libro descrive anche le proprietà distribuzionali dei clitici nei dialetti indagati. In particolare, diversamente dall’italiano standard, la proclisi interessa anche i costrutti con l’infinito.
Il lavoro di Giuseppe Vitolo offre una documentazione relativa a fenomeni sintattici veramente preziosa, sia per il fatto di riguardare dialetti nel complesso poco studiati e noti, sia in quanto affronta un ambito, quale appunto la sintassi, di per sé generalmente trascurato dalle descrizioni dialettologiche tradizionali. Il libro rappresenta quindi un contributo di notevole interesse nel quadro della dialettologia campana, segnalandosi per l’ampiezza e il dettaglio dei dati esaminati e per una presentazione attenta e strutturata sulla base di nozioni sintattiche dei materiali linguistici.
Leonardo Savoia
Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Medioevo, Rinascimento e Linguistica
Università di Firenze
Indice del volume:
11 Elenco delle abbreviazioni
13 Presentazione di Leonardo Savoia
15 Premessa
19 Capitolo I
Le costruzioni analitiche. Profilo storico e approccio generativo
31 Capitolo II
La selezione degli ausiliari nelle parlate di salerno, cetara, castiglione del genovesi, Napoli, capri, Anacapri e salitto (olevano sul tusciano)
123 Capitolo III La costruzione passiva
147 Capitolo IV
L’accordo del participio passato
163 Capitolo V
Stare ed essere come copula e con valore locativo
171 Capitolo VI
Avere come verbo lessicale
179 Capitolo VII
I pronomi clitici nei dialetti campani presi in esame
223 Conclusioni
233 Riferimenti bibliografici
Il sistema verbale dei dialetti di Salerno, Cetara, Castiglione del Genovesi, Salitto (Olevano sul Tusciano), Napoli, Capri e Anacapri, nella Campania centro–meridionale, costituisce l’oggetto di questo lavoro, frutto di indagini dirette con informatori nativi svolte dall’autore nei centri esaminati. Il libro presenta il lavoro di tesi di dottorato che Giuseppe Vitolo ha elaborato presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Firenze, e si collega al programma di ricerca sulla sintassi dei dialetti italiani messo a punto da Leonardo Savoia e L. Rita Manzini, i cui risultati sono attualmente in corso di pubblicazione (Manzini e Savoia in stampa). Studiare la sintassi del verbo significa esplorare interessanti fenomeni della struttura di frase, come la distribuzione dei pronomi clitici e i costrutti ausiliare – participio. Questo lavoro offre infatti una descrizione dettagliata della selezione degli ausiliari, dell’accordo del participio passato, della distribuzione di essere e stare in funzione di copula, di avere come verbo lessicale e dell’uso dei clitici per varietà come quelle campane, ancora scarsamente studiate.
Fra i punti più interessanti di questo lavoro, vi sono i dati relativi ai costrutti ausiliari delle varietà di Salerno, Cetara e Castiglione del Genovesi, che mostrano una sistemazione basata non sulla classe verbale, come nell’italiano standard, ma sulla persona e sulle proprietà di modo/ aspetto (si veda ora Manzini e Savoia in stampa). Infatti mentre nell’italiano standard l’ausiliare alterna fra essere e avere a seconda della natura medio–riflessiva o transitiva del costrutto verbale, in questi dialetti il paradigma ausiliare resta uniforme con tutti i tipi verbali, associando però avere a tutte le persone eccetto la 3° ps, in cui compare essere. Inoltre l’ausiliare di tipo avere è caratterizzato generalmente da forme specializzate con base lessicale di tipo e. È interessante osservare che questa distribuzione di essere e avere è inversa rispetto a quella altrimenti ben più nota in letteratura, attestata dai dialetti abruzzesi, in cui essere compare alla 1°/ 2° p e avere alla 3° p. Riflessi di questa sistemazione affiorano peraltro anche in varietà indagate dall’autore, come quella di Salitto, dove l’ausiliare essere compare in tutte le persone, ad eccezione della 3° p, che seleziona avere. Un ulteriore punto di interesse di questi sistemi è che la distribuzione di essere e di avere nelle formazioni di piuccheperfetto (trapassato prossimo) e di controfattuale si discosta da quella osservata nel passato prossimo, generalizzando normalmente un unico ausiliare.
Questi sistemi sono confrontati con quelli del dialetto di Napoli, che seleziona l’ausiliare avere in tutte le persone del paradigma, e con quelli delle varietà di Capri ed Anacapri. In queste ultime varietà nel passato prossimo avere ricorre in tutte le persone eccetto che alla 2° ps, dove compare una forma specializzata di essere, preceduta da un formativo a/e. Sono anche attestate alternanti palatalizzate di avere del tipo osservato nelle varietà salernitane. Il libro descrive anche le proprietà distribuzionali dei clitici nei dialetti indagati. In particolare, diversamente dall’italiano standard, la proclisi interessa anche i costrutti con l’infinito.
Il lavoro di Giuseppe Vitolo offre una documentazione relativa a fenomeni sintattici veramente preziosa, sia per il fatto di riguardare dialetti nel complesso poco studiati e noti, sia in quanto affronta un ambito, quale appunto la sintassi, di per sé generalmente trascurato dalle descrizioni dialettologiche tradizionali. Il libro rappresenta quindi un contributo di notevole interesse nel quadro della dialettologia campana, segnalandosi per l’ampiezza e il dettaglio dei dati esaminati e per una presentazione attenta e strutturata sulla base di nozioni sintattiche dei materiali linguistici.
Leonardo Savoia
Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Medioevo, Rinascimento e Linguistica
Università di Firenze
Indice del volume:
11 Elenco delle abbreviazioni
13 Presentazione di Leonardo Savoia
15 Premessa
19 Capitolo I
Le costruzioni analitiche. Profilo storico e approccio generativo
31 Capitolo II
La selezione degli ausiliari nelle parlate di salerno, cetara, castiglione del genovesi, Napoli, capri, Anacapri e salitto (olevano sul tusciano)
123 Capitolo III La costruzione passiva
147 Capitolo IV
L’accordo del participio passato
163 Capitolo V
Stare ed essere come copula e con valore locativo
171 Capitolo VI
Avere come verbo lessicale
179 Capitolo VII
I pronomi clitici nei dialetti campani presi in esame
223 Conclusioni
233 Riferimenti bibliografici