Titolo: La difesa del Regno.
Sottotitolo: Gaeta, Messina, Civitella del Tronto.
Descrizione: Volume in 8° (cm 21 x 15); pp. 175; alcune illustrazioni in b/n nel testo.
Luogo, Editore, data: Napoli, Editoriale del Giglio, 2001
Prezzo: Euro 16,00
Disponibilita': In commercio
Perché combattevano gli ultimi difensori delle Due Sicilie a Gaeta, a Messina, a Civitella del Tronto?
Questo libro ricostruisce globalmente gli avvenimenti e le condizioni politiche, logistiche e psicologiche in cui l'esercito napoletano si trovava.
Gli avvenimenti del 1860-61, come la successiva resistenza popolare, definita brigantaggio, a cui parteciparono uomini e donne di ogni ceto fin nelle piu' lontane province del Regno, subendo una repressione durissima ed indiscriminata, sono stati una fase epocale della storia contemporanea al di la' di ogni oleografia risorgimentale vecchia e nuova.
Quei fatti, però, sarebbero deformati da una rappresentazione romantica, che ne presenti i protagonisti come tesi alla ricerca del "bel gesto". I soldati che rifiutavano di arrendersi nelle ultime piazzaforti, come i briganti che li seguivano, in gran parte anonimi per la pallida memoria che ce n'è giunta, vissero un eroismo fatto di gesti concreti. Le ricerche qui raccolte sintetizzano le loro ragioni.
I giorni della difesa del Regno sono inquadrati nel contesto di una resistenza del Paese reale che, battendosi, difendeva l'identita' storica e le antiche istituzioni delle Due Sicilie. Chiude la ricostruzione il giudizio che La Civilta' Cattolica diede su quegli avvenimenti.
Questo libro ricostruisce globalmente gli avvenimenti e le condizioni politiche, logistiche e psicologiche in cui l'esercito napoletano si trovava.
Gli avvenimenti del 1860-61, come la successiva resistenza popolare, definita brigantaggio, a cui parteciparono uomini e donne di ogni ceto fin nelle piu' lontane province del Regno, subendo una repressione durissima ed indiscriminata, sono stati una fase epocale della storia contemporanea al di la' di ogni oleografia risorgimentale vecchia e nuova.
Quei fatti, però, sarebbero deformati da una rappresentazione romantica, che ne presenti i protagonisti come tesi alla ricerca del "bel gesto". I soldati che rifiutavano di arrendersi nelle ultime piazzaforti, come i briganti che li seguivano, in gran parte anonimi per la pallida memoria che ce n'è giunta, vissero un eroismo fatto di gesti concreti. Le ricerche qui raccolte sintetizzano le loro ragioni.
I giorni della difesa del Regno sono inquadrati nel contesto di una resistenza del Paese reale che, battendosi, difendeva l'identita' storica e le antiche istituzioni delle Due Sicilie. Chiude la ricostruzione il giudizio che La Civilta' Cattolica diede su quegli avvenimenti.