MASSIMO TROISI, UN NAPOLETANO MODERNO - Patricia Bianchi, Nicola De Blasi, Carolina Stromboli

La popolarità di Massimo Troisi e il radicamento della sua opera nel presente, a ventisei anni dalla sua prematura scomparsa, sono inconfutabili. In questi anni la memoria di Troisi è stato affidata, oltre che ai ricordi dei suoi familiari, amici e colleghi e a libri di tipo biografico, a molteplici iniziative artistiche e culturali. L’interesse costante anche dei più giovani verso il modo di esprimersi di Troisi ha fornito la motivazione per questa raccolta di saggi, che provengono da interessi di ricerca condivisi degli autori (e anche da un apprezzamento per l’artista).

Come si ricorda nelle pagine del volume, l’interesse dei linguisti verso Troisi è stato senz’altro tempestivo, centrato sia sulle modalità comunicative dell’attore sia sul suo particolare uso del dialetto e dell’italiano.

Fin dai primi studi, però, si sono ripetute osservazioni ricorrenti sull’incomprensibilità o sull’atipicità del suo modo di parlare. Ripetute spesso per inerzia, alcune etichette spesso hanno banalizzato anche le argomentazioni degli studiosi che in esse sintetizzavano osservazioni più articolate.

Gli studi qui raccolti hanno come denominatore comune un’inchiesta linguistica non precostituita sulla lingua di Troisi: si è inteso fare un’analisi dettagliata dei suoi usi linguistici all’interno di movimenti tra dialetto e italiano e si sono correlate queste scelte di lingua e di stile a un contesto sociale e culturale in modo da metterne in luce le motivazioni più profonde.