Dai_Numeri_la_Verita_pAutore: Eduardo Nappi
Titolo: Dai numeri la verita'.
Sottotitolo: Nuovi documenti sulla famiglia, i palazzi e la Cappella Sansevero.
Descrizione: Edizione in formato 8° (cm 24 x 17); 176 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Alos, febbraio 2010
Collana: Substantia. A cura di Bruno Crimaldi
ISBN: 9788888247168
Prezzo: Euro 25,00
Disponibilita': In commercio

 


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Attraverso le scritture contabili degli antichi banchi pubblici napoletani conservate nell'Archivio Storico del Banco di Napoli - il piu' grande e importante archivio storico-economico del mondo - si traccia la storia dei di Sangro di Sansevero in due secoli di avvenimenti pubblici e privati, cosi' come registrati nelle causali di pagamento, che seguono all'insediamento della famiglia a Napoli intorno alla meta' del Cinquecento. La ricerca, durata lunghi anni, ha ampliato e riveduto la precedente parziale raccolta di documenti pubblicata dall'autore in riviste di settore nel 1975 e gia' divenuta "pietra angolare" per tutti gli studi sulla materia.
Sono venute cosi' alla luce notizie inedite e di grande interesse: oltre ai dati piu' strettamente legati all'amministrazione del patrimonio di una delle famiglie piu' importanti del Regno di Napoli, si chiariscono infatti lo stato e la consistenza dei luoghi prima dell'acquisto della Cappella e del Palazzo, i debiti, i lavori per le fabbriche nuove e le ristrutturazioni, e si delineano con certezza le maestranze d'artisti e artigiani che si avvicendarono nel corso dei secoli ad abbellire le proprieta' napoletane dei di Sangro di Sansevero.

Dalla documentazione contabile è stato possibile anche trarre notizie sugli esperimenti di Raimondo di Sangro e sulla sua vita privata e familiare. Un capitolo a parte è dedicato all'indiscutibile legame tra la famiglia di Sangro e la tragica vicenda dell'omicidio di Maria d'Avalos e Fabrizio Carata commesso nei 1590 da Carlo Gesualdo da Venosa, non senza la complicita' di ambienti ecclesiastici e civili, imbarazzati dall'evidenza di quel legame illegittimo. Si tratta di un lavoro che non solo testimonia l'interesse dell'autore per la ricerca storica e la volonta' di tramandare un inestimabile contributo scientifico alle future generazioni di studiosi e appassionati "disangriani", ma esprime un suo forte legame personale con i luoghi e i personaggi - su tutti Raimondo di Sangro - che continuano ad affascinare e incuriosire tanti visitatori di ogni parte del mondo.

Un giallo storico di oltre quattro secoli fa. Che si avvia a una svolta, capace di capovolgere luoghi comuni e sedicenti certezze acquisite nell'immaginario collettivo. Protagonisti, la famiglia, i palazzi dei principi di Sansevero e l'omonima cappella oggi meta del turismo culturale di tutto il mondo, attratto dal suo magnetismo ambientale. E poi l'ombra di due omicidi premeditati - una vicenda rutilante di passioni, amore e morte - che si allunga dalla Napoli di fine Cinquecento attraverso il secolo dei Lumi fino ad oggi, alimentando leggende dense di fantasmi e di mistero, studi e opere d'ingegno (romanzi, saggi, film, opere dxarte e musicali) di autori sedotti dal fascino arcano di un complesso e perturbante intreccio.

Due libri, pubblicati dall'editore Alòs, gettano nuova luce sull'intricata storia dei Sansevero, segnata dal gesto estremo di Carlo Gesualdo, terzo principe di Venosa, che nell'ottobre del 1590 fece trucidare la bella moglie Maria d'Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa, in flagranza di adulterio.

Il primo volume (Madre di Pietà. Amore e morte all'origine della Cappella Sansevero) è di Beatrice Cecaro, discendente del principe alchimista, che sul filo di una scrittura emotiva, dettata dalle suggestioni dei luoghi e dei ricordi familiari, ricostruisce con il supporto di riscontri e testimonianze dell'epoca le origini tardo-cinquecentesche della Cappella dei di Sangro - ampliata da una sorta di preesistente edicola votiva nota come Pietatella, o della Pieta' - soprattutto attraverso la tragedia di due figure femminili spesso dimenticate: Maria Maddalena Carafa d'Andria, la pia e legittima moglie di Fabrizio; e la madre di lui, Adriana Carafa della Spina (moglie di Giovan Francesco di Sangro, duca di Torremaggiore che aveva dato in affitto la casa scenario del delitto proprio a Gesualdo, il principe assassino), mater dolorosa che con un atto catartico di cristiana pietas volle abbellire l'ampliata cappella, tre anni dopo l'uccisione del figlio (che si ipotizza sia sepolto li', dietro l'altare maggiore).

Donatella Trotta
tratto dall'edizione del 2 marzo 2010 de Il Mattino

Eduardo Nappi (Napoli, 1938). Responsabile dell'Archivio Storico dell'Istituto Banco Napoli - Fondazione, e autore di circa sessanta fra articoli e libri tra cui il Foro Carolino (1967), Aspetti della societa' e dell'economia napoletana durante la peste del 1656 (1980), Il terremoto in Campania attraverso i secoli (198l), Nuovi documenti sulle origini e sui titoli del Banco di Napoli (1987), Banchi e Finanze della Repubblica Napoletana (1999)

 


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