Autore: Giuseppina Capobianco
Titolo: ’E cunte… d’ ’e bbestie
Sottotitolo: Liberamente ispirato alle Favole di Esopo e adattato alla lingua napoletana da Giuseppina Capobianco
Descrizione: Volume in 4° (cm 29,5 x 21); 96 pagine
Luogo, Editore, data: Roma, Aracne, 2010
ISBN: 978-88-548-3316-6
Disponibilita': NO
Di Esopo, antico favolista greco vissuto nel VI sec. A.C. si hanno conoscenze soltanto episodiche. Secondo molti giunse in Grecia come schiavo dall’Africa (non a caso la tradizione orale di molti popoli africani include favole con animali personificati il cui stile ricorda molto da vicino quello di Esopo). Divenuto libero visse alla corte di Creso, dove conobbe Solone, e a Corinto, dove ebbe occasione di conoscere i Sette Saggi. Già popolare ad Atene nel V sec. A.C. divenne presto un personaggio leggendario dalla vita avventurosa. Si dice che Esopo fosse di aspetto orribile, gobbo e balbuziente; una sua statua grottesca, di marmo, si trova a Roma a Villa Albani. Esopo fu considerato il creatore e il divulgatore delle antiche favole degli animali, con allegorie riferibili al mondo umano. Abbiamo redazioni di favole “esopiche” (circa 400) di tarda età ellenistica e di età bizantina, derivanti in parte da raccolte più antiche. Brevi e asciutte nello stile, le favole sono per la maggior parte di animali; tutte con una breve morale alla fine e hanno, principalmente uno scopo didattico ed educativo.
Ciò significa che, nelle narrazioni, si assiste di continuo a situazioni ispirate a un insegnamento pratico con uno sfondo di morale che si riflette sulla fisicità e sulla emotività dei personaggi. Presso i Romani la favola esopica, volgarizzata e accresciuta da Fedro, servì soprattutto a usi scolastici. L’inganno, la verità, l’apparenza, l’astuzia, la stoltezza, sono tutte caratteristiche astratte esposte da Esopo, ma tutte in correlazione con una morale finale a scopo educativo.