Autore: Francesco D'Ascoli
Titolo: 'A Malafemmena zoé 'a malacrianza 'e ll'uommene.
Sottotitolo: Dizionario degli epiteti ingiuriosi che i napoletani hanno rivolto alle donne durante i secoli.
Descrizione: Volume in 8° (cm 20,5 x 14); pp. 149.
Luogo, Editore, data: Napoli, A. Gallina, 2003
ISBN: 9788887350753
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilita': In commercio
In casi come questo ci sara' sempre chi, ad opera compiuta, fara' notare la mancanza, dall'elenco delle voci, di quel tale lemma o di quella tale locuzione tipica dialettale.
Niente di male.
I lettori o piu' giudiziosi o piu' benevoli, comprenderanno che in un mare vasto come quello del dialetto napoletano non è impresa sempre facile nuotare nella giusta direzione e scandagliare tutti gli angoli delle profondita' marine.
Qualche eventuale lacuna sara' certamente giustificata da quegli insigni studiosi di dialettologia (ed altro) che a Napoli non mancano e dei quali voglio citare qualche nome: Enrico Malato, Nicola De Blasi, Pietro Gargano, Luigi Imperatore, Renato De Falco, Mimmo Liguoro.
Per quanto riguarda l'argomento non ritengo qui di dovermi giustificare di nulla, giacché dalla ricerca non emergono (e non potevano) ne' condanne ne biasimi, essendomi limitato ad esporre i fatti cosi' come essi si presentavano.
Anzi, credo di aver sottolineato, anche se indirettamente (ma chiaramente nel titolo), che l'uomo nel corso dei secoli ha abusato della sua superiorita' fisica e quindi politica e sociale, per emarginare la donna.
Il che tuttavia non si è sempre verificato, non essendo mancate nel corso dei secoli rappresentanti del gentil sesso giunte all'apice della gloria e della notorieta' non certamente per la loro bravura in materia di attivita' cosiddette femminili: Cleopatra, Lucrezia, Saffo, le Amazzoni del famoso mito greco ecc. ecc. fino ad Anita Garibaldi, e fino alla Legge delle pari opportunita': un fluire continuo, un crescere incessante dell'autorita' della donna rispetto all'uomo. Che più?
Niente di male.
I lettori o piu' giudiziosi o piu' benevoli, comprenderanno che in un mare vasto come quello del dialetto napoletano non è impresa sempre facile nuotare nella giusta direzione e scandagliare tutti gli angoli delle profondita' marine.
Qualche eventuale lacuna sara' certamente giustificata da quegli insigni studiosi di dialettologia (ed altro) che a Napoli non mancano e dei quali voglio citare qualche nome: Enrico Malato, Nicola De Blasi, Pietro Gargano, Luigi Imperatore, Renato De Falco, Mimmo Liguoro.
Per quanto riguarda l'argomento non ritengo qui di dovermi giustificare di nulla, giacché dalla ricerca non emergono (e non potevano) ne' condanne ne biasimi, essendomi limitato ad esporre i fatti cosi' come essi si presentavano.
Anzi, credo di aver sottolineato, anche se indirettamente (ma chiaramente nel titolo), che l'uomo nel corso dei secoli ha abusato della sua superiorita' fisica e quindi politica e sociale, per emarginare la donna.
Il che tuttavia non si è sempre verificato, non essendo mancate nel corso dei secoli rappresentanti del gentil sesso giunte all'apice della gloria e della notorieta' non certamente per la loro bravura in materia di attivita' cosiddette femminili: Cleopatra, Lucrezia, Saffo, le Amazzoni del famoso mito greco ecc. ecc. fino ad Anita Garibaldi, e fino alla Legge delle pari opportunita': un fluire continuo, un crescere incessante dell'autorita' della donna rispetto all'uomo. Che più?