Titolo: Per grazia ricevuta
Sottotitolo: Gli ex voto della Madonna di Montevergine nell’arte, nella fede e nella tradizione dei pellegrini
Mostra storico artistica iconografica. Museo Abbaziale di Montevergine, 1 maggio – 30 ottobre 2009
Descrizione: Volume in 8° (cm 24 x 24); pagine; ampio apparato iconografico a colori
Luogo, Editore, data: Montevergine (Mercogliano - AV), Edizioni PP. Benedettini, 2010
Disponibilità: NO
Il culto verso la Madonna di Montevergine comincia a partire dal XII secolo, grazie alla figura di San Guglielmo da Vercelli, monaco ed eremita il quale, dopo essersi stabilito sul monte detto Vergine, volle fare del luogo un “faro di devozione mariana”.
Sono passati quasi nove secoli da quel momento e la devozione verso Maria Santissima di Montevergine, pur col mutare dei tempi e nonostante l’evoluzione sociale e culturale, continua in modo straordinario.
Tale Mostra si articola nelle seguenti tre sezioni:
I SEZIONE: STORIA ED ICONOGRAFIA DELLA MADONNA DI MONTEVERGINE
Una iconografia ispirata alla taumaturga Icona della Madonna di Montevergine è una diretta conseguenza del culto tributatole nei secoli, culto che si è affermato non solo parallelamente alla diffusione di case verginiane in larga parte dell’Italia meridionale, ma anche in quelle chiese mete obbligate di passaggio per i devoti diretti al Santuario, o in altri contesti dove il fenomeno devozionale è stato ed è particolarmente sentito.
L’imponente tavola presente al santuario, di Maria Santissima col Bambino, assisa in trono ed attorniata da angeli è stata riprodotta, pur con qualche variazione legata ad esigenze locali, da diversi artisti che si sono fatti interpreti del sentimento popolare. La presenza di una piccola ma significativa parte di tali opere all’interno della sezione, ne è una efficace attestazione. Senza dimenticare naturalmente, quella che è la prima icona venerata al santuario, dissimile dalla nota immagine sacra della Madonna di Montevergine, e naturalmente antecedente ad essa, conosciuta con il termine di “Madonna di San Guglielmo”.
II SEZIONE: I PELLEGRINI, IL PELLEGRINAGGIO, GLI EX VOTO
La devozione dei pellegrini verso Mamma Schiavona è testimoniata dalla presenza in abbazia di migliaia di oggetti votivi raccolti nel corso dei secoli. Il dono consacrato alla Madonna,
nel concetto popolare, rappresenta l’identificazione della persona che cerca aiuto oppure l’intenzione per cui il voto viene formulato. Tali oggetti, in oro, argento e ancora altro materiale, simboleggiano figure umane, parti del corpo, animali o attrezzi da lavoro. L’offerta viene ispirata dalla semplicità della fede popolare, per cui il male simboleggiato dall’oggetto votivo, messo a contatto con la Prodigiosa Immagine, trova un ostacolo che gli impedisce di tornare al malato, mentre la benefica azione della Madonna dall’oggetto si trasmette al soggetto e quindi all’organo malato o al mezzo pericoloso.
A questa presenza di oggetti si affianca la tipologia dell’ex voto dipinto. Si tratta di quadretti riferibili al XIX e XX secolo in cui viene rappresentato un momento drammatico che si risolve solo con un intervento divino.
Riferibile al 1433, e di gran pregio, è la tavola a tempera dell’ex voto di Margherita di Savoia, uscita indenne, grazie alla Madonna, da un sicuro naufragio.
Completa la sezione un pannello a dimensione naturale, in cui sono apposti i maggiori ornamenti della Madonna, sistemati così come apparivano sull’Icona, prima che gli stessi vi fossero asportati in occasione del restauro occorsole nel 1960.
III SEZIONE: LE “DONAZIONI ALLA MADONNA”
Il concetto di ex voto va ben oltre i tradizionali oggetti riprodotti in serie o secondo uno schema convenzionale. Vi sono oggetti che ancor più degli altri sono la manifestazione del grande legame che unisce i pellegrini alla Madre di Dio. Nella sezione risaltano certamente la teca contenente il diadema ed il bracciale della Madonna in oro e pietre preziose quali topazi, ametiste, coralli, turchesi, perle, fatti realizzare appositamente per la Regina del Cielo. E ancora calici, come quello donato dagli italo-americani di Boston, in oro e pietre preziose, a testimonianza di un culto che ha trovato espansione in quasi tutti i continenti; vi sono ancora croci, anelli e coroncine, e la porticina del tabernacolo in oro, alla cui realizzazione contribuirono tantissimi devoti. Di provenienza “regale” è il calice donato da Sua Altezza il Principe Umberto di Savoia, o ancora la lampada in argento di Re Ferdinando II di Borbone. Personaggi illustri accanto alla gente “del popolo” è questa la vera essenza del pellegrinaggio, che annulla, sotto il nome di Maria, ogni differenza sociale.
Fanno da cornice alcune immagini, inquadrabili tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, che si rifanno alla plurisecolare tradizione del pellegrinaggio a Montevergine.