Autore: Lejla Mancusi Sorrentino
Titolo: Il Caffè e Napoli
Sottotitolo:
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); 160 pagine, con 12 illustrazioni tratte da antiche stampe. Pregiata edizione su carta pesante in elegante astuccio
Luogo, Editore, data: Napoli, Grinaldi & C., 2017
ISBN: 9788898199556
Disponibilità: NO
E' la storia affascinante del lungo viaggio compiuto dal caffè nel corso dei secoli per affermarsi e diventare la bevanda preferita da quasi tutti i popoli del mondo e, in particolare, dei napoletani.
L'autrice riporta leggende, testimonianze letterarie, opinioni scientifiche, dispute mediche, controversie religiose che hanno di volta in volta promosso o contrastato la diffusione del caffè dei vari periodi storici e nelle diverse civiltà.
L'autrice riporta leggende, testimonianze letterarie, opinioni scientifiche, dispute mediche, controversie religiose che hanno di volta in volta promosso o contrastato la diffusione del caffè dei vari periodi storici e nelle diverse civiltà.
Mentre in molte città italiane, come Venezia, Firenze, Milano, Torino, la scura bevanda si affermava con successo essi aprivano locali eleganti dove consumarla, a Napoli stentava a decollare, servita sporadicamente nei ricevimenti di nobili e ricchi per ostentare raffinato esotismo.
Finalmente, nella seconda metà del Settecento il caffè ebbe la sua consacrazione grazie a Vincenzo Corrado, massimo gastronomo napoletano, che nel 1773 pubblicò il primo trattato napoletano sul caffè.
In breve, anche il Napoli ebbe i suoi Caffè che sorsero come funghi, una miriade, eleganti e raffinati, dove si svolse la vita intellettuale ottocentesca della borghesia napoletana, o modesti e popolari per una clientela meno esigente.
Brevi note sono dedicate, nel libro, ai Caffè più importanti, quasi tutti scomparsi.
Il nero infuso entrò con prepotenza a far parte della realtà napoletana in tutte le classi sociali e si moltiplicarono studi scritti su caffè tra cui il più importante fu il lavoro di Gaetano Picardi, illustre medico a Napoli nella metà dell'Ottocento, intitolato "Del caffè - racconto storico medico", in cui l'argomento è analizzato sotto tutti punti di vista, perché, afferma Picardi, "la bevanda del caffè è famigliare come il pane e il riso appo le nazioni incivilite". Ad esso è dedicata la seconda parte del libro Dove la Marcuzzi riporta e commenta numerosi passi del Picardi il quale conferma che l'arrivo del caffè promosse nella vita di tutti i popoli un'autentica rivoluzione.
Finalmente, nella seconda metà del Settecento il caffè ebbe la sua consacrazione grazie a Vincenzo Corrado, massimo gastronomo napoletano, che nel 1773 pubblicò il primo trattato napoletano sul caffè.
In breve, anche il Napoli ebbe i suoi Caffè che sorsero come funghi, una miriade, eleganti e raffinati, dove si svolse la vita intellettuale ottocentesca della borghesia napoletana, o modesti e popolari per una clientela meno esigente.
Brevi note sono dedicate, nel libro, ai Caffè più importanti, quasi tutti scomparsi.
Il nero infuso entrò con prepotenza a far parte della realtà napoletana in tutte le classi sociali e si moltiplicarono studi scritti su caffè tra cui il più importante fu il lavoro di Gaetano Picardi, illustre medico a Napoli nella metà dell'Ottocento, intitolato "Del caffè - racconto storico medico", in cui l'argomento è analizzato sotto tutti punti di vista, perché, afferma Picardi, "la bevanda del caffè è famigliare come il pane e il riso appo le nazioni incivilite". Ad esso è dedicata la seconda parte del libro Dove la Marcuzzi riporta e commenta numerosi passi del Picardi il quale conferma che l'arrivo del caffè promosse nella vita di tutti i popoli un'autentica rivoluzione.