LAURENZIELLO. Lorenzo De Feo di Santo Stefano e il brigantaggio durante il Decennio napoleonico - Ottaviano De BiaseAutore: Ottaviano De Biase
Titolo: Laurenziello

Sottotitolo: Lorenzo De Feo di Santo Stefano e il brigantaggio durante il Decennio napoleonico
Descrizione: In 8°; 188 pagine; 5 illustrazioni nel testo, di cui 2 a colori e 3 in b/n
Luogo, editore, data: Avellino, Edizioni del Centro Dorso, Settembre 2008
Disponibilità: No

 


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Il discorso sul fenomeno brigantesco in Irpinia, iniziato con il volume Brigantaggio ai piedi del Terminio (1860 – 1893), viene completato due anni più tardi dall'autore con la pubblicazione della monografia Laurenziello. Lorenzo De Feo di Santo Stefano e il brigantaggio durante il Decennio napoleonico. Non che delle efferate gesta perpetrate dal celebre bandito irpino, a lungo terrore di mezza Campania, mancassero notizie; ma avvolte in un alone di leggenda, rappresentando perlopiù la proiezione della fantasia popolare ed essendo di conseguenza affidate alla custodia di poeti e cantastorie.


Merito del De Biase è perciò anzitutto quello di avere restituito alla vicenda di Laurenziello dignità storica, mediante un’accurata ricerca archivistica peraltro penalizzata dal fatto che già all’indomani della morte del famigerato capobanda le stesse autorità napoleoniche erano pesantemente intervenute sulla documentazione esistente onde far sparire le carte più compromettenti, evidentemente comprovanti favoreggiamenti e connivenze di cui il De Feo non aveva mancato di godere da parte delle classi dirigenti.
L’Autore fa precedere la rassegna del materiale documentale raccolto da un’introduzione in cui vengono delineati i tratti della dominazione napoleonica sull’Irpinia, a cominciare dalla promozione di Avellino a capoluogo dell’antica provincia del Principato Ultra a scapito di Montefusco. Dopodiché il discorso entra nel vivo affrontando il problema del brigantaggio, fin da subito avvertito dalle autorità francesi come politico in quanto capace di mettere in pericolo la loro stessa presenza istituzionale; donde l’adozione di misure repressive le più severe, con la comminazione di numerose condanne a morte che non risparmiarono neppure quei sacerdoti giudicati in combutta con le “comitive” di malfattori.
Solo a questo punto viene introdotta la figura del principale protagonista del saggio: la cui terrificante parabola delittuosa viene ricostruita passo passo, con un occhio di riguardo al contesto politico, sociale ed umano in cui operò ma soprattutto nella più assoluta fedeltà alla ricca documentazione reperita. È grazie a tale rigore che il lavoro del De Biase assume i caratteri dell’affresco storico: non solo con l’offrirci un ritratto compiuto e puntuale del sanguinario personaggio messo a fuoco, ma anche ricostruendo con dovizia di particolari l’ambiente e lo spirito di un’epoca, con tutti i suoi compromessi e le sue trame.
Brano tratto dall'articolo "Caratteri dell’Ottocento irpino nell’opera di Ottaviano De Biase", pubblicato sul Blog di Giuseppe Alessandri

 


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