
Autore/i: Enzo Avitabile
Esecuzione: Enzo Avitabile & Bottari
Produzione: Black Tarantella
Anno di produzione: 2012
Disponibilità: NO
Il ritorno da parte di Enzo Avitabile con un cd collegato ad un progetto nuovo. Esso mette in relazione la tradizione arcaica contadina della Campania con il suono antico delle Botti e dei Bottari di Portico ed i suoni e gli stili musicali contemporanei. Una fusione che può essere ricondotta sul terreno della world music, spaziando verso orizzonti musicali che tagliano il mediterraneo trasversalmente - Africa, Italia, Medio Oriente. Il disco si avvale dell'apporto di straordinari artisti.
Passando per i CANTORI DEL MISERERE DI SESSA AURUNCA, tradizione della Settimana Santa (Campania, 1500), collaborando con l'ultima grande voce del Canto a Fronna, espressione vocale tipica dell'area Vesuviana ZI GIANNINO DEL SORBO, per giungere ai colori magici della Launeddas del grande sardo LUIGI LAI, la prima parte è attenta alla tradizione popolare e permette il passaggio cruciale verso la World Music; qui le collaborazioni importanti sono con il sassofonista camerunense MANU DIBANGO, il sudafricano HUGH MASEKELA, la tunisina AMINA, il palestinese SIMON SHAHEEN, gli egiziani BACHIR MIZMAR BRASS BAND, il musicista del Mali BABA SISSOKO,ed infine il Re del Rai, l'algerino KHALED. Salvamm' 'o Munno è un lavoro di grande portata artistico-culturale, senza compromessi verso il mercato e cantato in dialetto napoletano con storie che raccontano di popoli sofferenti nel dramma della guerra e della vita passando dai villaggi africani a quelli sofferenti e oppressi della Palestina , il tutto eseguito con un impeto e una forza travolgente ma anche con una tenerezza che arriva dritta al cuore. Di Enzo Avitabile si apprezzano il suono, le parole e le storie delle persone che portano con sé la propria cultura e valori. Parte degli introiti del cd saranno devoluti ad AMNESTY INTERNATIONAL per la causa dei bambini soldato.
PREFAZIONE A CURA DEL PROF. MARINO NIOLA "Se ci sta una terra ci sta una montagna, se ci sta una montagna ci sta una foresta, se ci sta una foresta ci stanno gli alberi, se ci stanno gli alberi ci sta l'acqua, se ci sta l'acqua ci sta un fiume, se ci sta un fiume ci sta un mare, se ci sta un mare ci sta un cielo, se ci sta un cielo ci sta la vita". Quest'inno alla vita, quest'appello agli uomini di buona volontà è il manifesto poetico di Enzo Avitabile che fa di Salvamm' 'o munno una chiamata a raccolta delle voci di tutti i Sud del mondo. Khaled, Manu Dibango, Hugh Masekela, Amina, Simon Shaheen, Baba Sissoko, Bachir Mizmar artisti che sono diventati dei testimoni planetari della vita offesa hanno mescolato il loro suono e il loro canto a quelli degli interpreti del nostro Sud, alla percussione coribantica dei Bottari di Portico, alla solennità liturgica dei cantori del Miserere di Sessa Aurunca, al canto a fronna di Zi Giannino del Sorbo, all'arcaismo perturbante delle Launeddas di Luigi Lai. Ma non è tanto il virtuosismo solistico di questi grandi maestri, ciascuno dei quali è depositario di un'identità culturale, erede di una tradizione artistica millenaria, a costituire la cifra di questo disco. E' soprattutto il fatto di fondersi, di diventare "tutt'uno" - come cantano le parole di Enzo Avitabile - di rivelarci, come solo la musica sa fare, che si può essere se stessi solo facendo risuonare l'eco dell'altro dentro di noi.
Perché un'identità si rivela solo dentro e attraverso la differenza e una tradizione vive solo se si apre alla contaminazione. Altrimenti è cosa morta, imbalsamata in una caricaturale museificazione. In realtà la musica afferma senza possibilità di smentita ciò che le parole si ostinano a negare. E' vero, in una intonazione, in un ritmo si rivela un mondo, ma ancor più fortemente affiora una unità dimenticata, una fratellanza segreta di cui le tradizioni scritte hanno perso la chiave. Nella poetica musicale di Enzo Avitabile quell'affinità che ci fa tutti parenti e tutti differenti diventa partitura collettiva, evidenza sonora che non ha bisogno di essere dimostrata. Così il suono domestico della fronna rivela improvvisamente immemorabili corrispondenze mediterranee. Proprio la familiarità di questo canto - diamine lo abbiamo ascoltato mille volte - ci fa sentire la lontananza alta e remota del grido popolare che sentiamo da sempre senza avvertirne la profondità. Ma per la stessa ragione ci fa avvertire la familiarità dimenticata di suoni che le accademie ci hanno insegnato a considerare marginali, se non addirittura estranei alla nostra storia, quella scritta nei libri e sigillata nei musei.
E invece basta ascoltare la voce di Avitabile mescolarsi a quella di Khaled ed Amina, allo n'goni di Baba Sissoko, ai tini e falci dei Bottari ai fiati di Bachir Mizmar, al violino di Shaheen, alla tromba magica di Hugh Masekela, alla voce e al sax di Manu Dibango - velluto arso figlio di 'mamma scura' - per sentire realizzata in musica l'utopia di un mondo salvato dall'armonia delle differenze. Di un'umanità che ritrova la sua stella d'oriente sognando verso Sud. Salvamm' 'o munno è proprio una Fiera del Sud, una filastrocca da cantare tutti a gola piena. Un gioco d'echi dove ciascuna voce seduce con la sua differenza. E così finalmente la musica rimette insieme i quattro lati del mondo.
Passando per i CANTORI DEL MISERERE DI SESSA AURUNCA, tradizione della Settimana Santa (Campania, 1500), collaborando con l'ultima grande voce del Canto a Fronna, espressione vocale tipica dell'area Vesuviana ZI GIANNINO DEL SORBO, per giungere ai colori magici della Launeddas del grande sardo LUIGI LAI, la prima parte è attenta alla tradizione popolare e permette il passaggio cruciale verso la World Music; qui le collaborazioni importanti sono con il sassofonista camerunense MANU DIBANGO, il sudafricano HUGH MASEKELA, la tunisina AMINA, il palestinese SIMON SHAHEEN, gli egiziani BACHIR MIZMAR BRASS BAND, il musicista del Mali BABA SISSOKO,ed infine il Re del Rai, l'algerino KHALED. Salvamm' 'o Munno è un lavoro di grande portata artistico-culturale, senza compromessi verso il mercato e cantato in dialetto napoletano con storie che raccontano di popoli sofferenti nel dramma della guerra e della vita passando dai villaggi africani a quelli sofferenti e oppressi della Palestina , il tutto eseguito con un impeto e una forza travolgente ma anche con una tenerezza che arriva dritta al cuore. Di Enzo Avitabile si apprezzano il suono, le parole e le storie delle persone che portano con sé la propria cultura e valori. Parte degli introiti del cd saranno devoluti ad AMNESTY INTERNATIONAL per la causa dei bambini soldato.
PREFAZIONE A CURA DEL PROF. MARINO NIOLA "Se ci sta una terra ci sta una montagna, se ci sta una montagna ci sta una foresta, se ci sta una foresta ci stanno gli alberi, se ci stanno gli alberi ci sta l'acqua, se ci sta l'acqua ci sta un fiume, se ci sta un fiume ci sta un mare, se ci sta un mare ci sta un cielo, se ci sta un cielo ci sta la vita". Quest'inno alla vita, quest'appello agli uomini di buona volontà è il manifesto poetico di Enzo Avitabile che fa di Salvamm' 'o munno una chiamata a raccolta delle voci di tutti i Sud del mondo. Khaled, Manu Dibango, Hugh Masekela, Amina, Simon Shaheen, Baba Sissoko, Bachir Mizmar artisti che sono diventati dei testimoni planetari della vita offesa hanno mescolato il loro suono e il loro canto a quelli degli interpreti del nostro Sud, alla percussione coribantica dei Bottari di Portico, alla solennità liturgica dei cantori del Miserere di Sessa Aurunca, al canto a fronna di Zi Giannino del Sorbo, all'arcaismo perturbante delle Launeddas di Luigi Lai. Ma non è tanto il virtuosismo solistico di questi grandi maestri, ciascuno dei quali è depositario di un'identità culturale, erede di una tradizione artistica millenaria, a costituire la cifra di questo disco. E' soprattutto il fatto di fondersi, di diventare "tutt'uno" - come cantano le parole di Enzo Avitabile - di rivelarci, come solo la musica sa fare, che si può essere se stessi solo facendo risuonare l'eco dell'altro dentro di noi.
Perché un'identità si rivela solo dentro e attraverso la differenza e una tradizione vive solo se si apre alla contaminazione. Altrimenti è cosa morta, imbalsamata in una caricaturale museificazione. In realtà la musica afferma senza possibilità di smentita ciò che le parole si ostinano a negare. E' vero, in una intonazione, in un ritmo si rivela un mondo, ma ancor più fortemente affiora una unità dimenticata, una fratellanza segreta di cui le tradizioni scritte hanno perso la chiave. Nella poetica musicale di Enzo Avitabile quell'affinità che ci fa tutti parenti e tutti differenti diventa partitura collettiva, evidenza sonora che non ha bisogno di essere dimostrata. Così il suono domestico della fronna rivela improvvisamente immemorabili corrispondenze mediterranee. Proprio la familiarità di questo canto - diamine lo abbiamo ascoltato mille volte - ci fa sentire la lontananza alta e remota del grido popolare che sentiamo da sempre senza avvertirne la profondità. Ma per la stessa ragione ci fa avvertire la familiarità dimenticata di suoni che le accademie ci hanno insegnato a considerare marginali, se non addirittura estranei alla nostra storia, quella scritta nei libri e sigillata nei musei.
E invece basta ascoltare la voce di Avitabile mescolarsi a quella di Khaled ed Amina, allo n'goni di Baba Sissoko, ai tini e falci dei Bottari ai fiati di Bachir Mizmar, al violino di Shaheen, alla tromba magica di Hugh Masekela, alla voce e al sax di Manu Dibango - velluto arso figlio di 'mamma scura' - per sentire realizzata in musica l'utopia di un mondo salvato dall'armonia delle differenze. Di un'umanità che ritrova la sua stella d'oriente sognando verso Sud. Salvamm' 'o munno è proprio una Fiera del Sud, una filastrocca da cantare tutti a gola piena. Un gioco d'echi dove ciascuna voce seduce con la sua differenza. E così finalmente la musica rimette insieme i quattro lati del mondo.
Elenco dei brani:
2. Tutt'egual song'e criature (3.13)
3. Chest'è l'Africa (4.09)
4. A peste (3.43)
5. Salvamm'o munno (3.52)
6. Canta Palestina (3.45)
7. Vott'o sole arint' (5.10)
8. Int'o viento (3.37)
9. Tarantella bruna (4.05)
10. Paisà (3.37)
11. Puort'aller (3.59)
12. Votta votta (3.17)
Durata: 50.38