Dodici. Massimo MasielloTitolo: Dodici
Autore/i: Vari
Esecutore/i: Mimmo Fiscale, Peppe Donato, Maurizio Saccone, Gaetano Cassese, Ginetto Ferrara, Corrado Tedeschi, Carlo Comune.
Produzione: GrafMusic
Anno di produzione: 2011
EAN: 8016670173649
Prezzo: Euro 12,00
Disponibilità: Limitata

 


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Se Napoli non canta più, come teme Salvatore Palomba, è perché non ricorda più: prigioniera di un glorioso passato eufonico, non sa trasformare ciò che ha vissuto e cantato in presente, anzi futuro. Benvenuto è, allora, il tentativo di Massimo Masiello, cantattore che alla tradizione partenopea ha dedicato sin qui gran parte della sua carriera.
E benvenuto non solo e non tanto per la voce ferma, il tono caldo e profondo, l'impostazione rispettosa, gli arrangiamenti semplici ma amabili e a tratti sfiziosi, quanto per l'operazione di recupero, la ricostruzione storica, l'azzardo consapevole di rilancio di un canzoniere prezioso che non può essere affidato a pochi saccheggiatori da karaoke televisivo, che rubano strofe a Di Giacomo, trasformano inni dolenti in tarantelle da stadio, frequentano sempre e soltanto gli ormai dieci abusatissimi superclassici,maltrattandoli anzichenò.

Masiello evita "'O sole mio" e "Torna a Surriento", ma anche gli exploit newpolitani di Pino Daniele e Claudio Mattone, mettendo in mostra un immaginario sonoro più vasto, più antico ma anche con salde radici nella postmodernità festivaliera, più vario, senza temere di passare dal repertorio allusivo a quello romantico, di essere retrò al punto di ritrovarsi di tendenza nell'eterno gioco dei corsi e ricorsi.

Al fianco di perle indiscusse come "Mandulinata a Napule" (Tagliaferri-Murolo, 1921) e una "Scalinatella" (Cioffi-Bonagura, 1948) quasi in versione Cotton Club, al fianco dell'hit d'altri tempi "Agata" (Cioffi-Pisano, 1 939), ecco riapparire dal baule delle melodie dimenticate e dalla casciaforte dei versi cancellati dalla globalizzazione la vacanza autarchica di "'A litoranea" (Giordano-Rendine, 1952, primo Festival di Napoli), ma anche il romanticismo ormai fuori tempo massimo di "Purtatele 'sti rrose" (Barile-Canetti, 1 932), l'eterno doppio senso di Pisano & Cioffi condensato in "Pigliatillo, pigliatillo" (1939) e il sadomasochismo melò di "Paraviso e fuoco eterno" (di nuovo Tagliaferri e Murolo, i due Ernesti, 1931).

La Napoli spensierata che insegue "Nu vasillo a pezzechillo" cozza coscientemente con quella disperata di "Palazziello" (Rendine-Bonagura, 1950) con le sue metafore estreme sino al paradosso del bastimento senza vele, del palazzo senza scale: due facce della stessa medaglia, della stessa città, dello stesso suono, della stessa cultura. Verace, Masiello ha studiato, anzi vissuto, la lezione dei maestri dal vivo e soprattutto su vinile, evita di antichizzare troppo il suo stile vocale, misurando pause e fioriture, ma paga tributi dichiarati alle voci di ieri per sentirsi tra le voci di oggi che Napoli la cantano davvero.
Federico Vacalebre

Elenco dei brani:
Agata - 2:56

Purtatele 'sti rrose - 4:57

'A litoranea - 2:34

Mandulinata a Napule - 3:45

Scalinatella - 3:46

Matina d'aprile - 4:03

Pigliatillo, pigliatillo - 2:39

Quanta rose! - 4:19

Paraviso e fuoco eterno - 2:15

Viene, viene ammore - 2:57

Palazziello - 3:58

Damme 'a mano - 3:54

 


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