Svegliati_Sud_pAutore: Luigi Sturzo
Titolo: Svegliati Sud!
A cura di Giuseppe Giacovazzo.
Collana: Classici del Meridionalismo. N. 4
Descrizione: Volume in formato 16° (cm 17 x 12); 217 pagine.
Luogo, Editore, data: Bari, Palomar,
Prezzo: Euro
ISBN: 88-88872-55-8
Disponibilità: No

 


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Dopo aver letto il discorso di Luigi Sturzo sul Mezzogiorno, tenuto a Napoli il 18 gennaio 1923, il filosofo Guido De Ruggiero, che si professa seguace di «una dottrina che nega radicalmente i presupposti del cattolicesimo», sente il bisogno di dirgli che ha ricevuto un «confortante affidamento» da quelle pagine «per la rigorosa impostazione data ai problemi della politica».


Egli vede nel pensiero meridionalista di Sturzo «una suggestiva visione dell'avvenire mediterraneo dell'Italia».
Prima di lui Giustino Fortunato, patriarca del meridionalismo, aveva scritto a Sturzo: «Sono un vecchio impenitente liberale che ora ha finito di leggere il volume dei suoi discorsi... Io ho tanto goduto che non esito, come vede, a congratularmi con lei e a ringraziarla di cuore».
Che cosa aveva colpito, di quel discorso, tanta parte della cultura italiana, sia di destra che di sinistra? Per l'uomo politico siciliano, il Mezzogiorno non era altro che uno degli aspetti piu' drammatici della scissione tra etica e politica. Una questione di giustizia. Urgenza storica di corrispondere ai bisogni del popolo meridionale tradito da un Risorgimento fatto altrove. Da un assetto unitario a senso unico, squilibrato, distorto. Dunque una questione morale, prima che politica ed economica.
L'attualita' di Luigi Sturzo non riemerge oggi soltanto per un "banale liberalismo o per un altrettanto banale antistatalismo".

Si torna a Sturzo per la forza delle idee, per la sua penetrante visione della politica.

Ci fa toccare i limiti della politica e dell'economia. Ci fa sentire il loro inscindibile legame con l'etica. Ci fa piu' motivati a lavorare nel Mezzogiorno, per il Mezzogiorno, riscoprendo i valori autentici del Mezzogiorno.

"Mezzogiorno salva te stesso", rimane il grido suo piu' forte.

 


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