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Titolo: Il cibo racconta Napoli
Sottotitolo: L’alimentazione dei napoletani attraverso i secoli fino ad oggi.
Prefazione di Manlio Santanelli
Descrizione: In 8°, brossura, pagine 310, illustrato
Luogo, Editore, data: Napoli, Kairos, 2017
Collana: Storia - Serie Oro
ISBN: 9788899114732
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 18,00
Disponibilità: In commercio
Il cibo racconta la storia e le leggende, gli usi, i costumi e i gusti di un popolo.
Tra le cucine delle varie regioni italiane quella napoletana affonda le sue origini in radici antichissime, come antichissima è la storia delle genti che hanno occupato questo luogo splendido, spesso e a lungo conteso. Si propone qui un compendio del percorso nei secoli dell’alimentazione a Napoli intesa come collegamento tra generazioni, così da ricostruire il filo di memorie e cultura che lega i vari momenti della civiltà del mangiare. Per la ricostruzione si è fatto riferimento sia ai manuali classici, sia ai testi letterari, incluse le canzoni napoletane e anche alle leggende tramandate nel tempo.
Ne è nato quasi un romanzo storico in cui protagonista è la città e dove i personaggi – re, principesse, cuochi, gastronomi e poeti, insieme alla popolazione – narrano, direttamente o indirettamente, di fastosi banchetti o poveri cibi che ancora oggi ritroviamo sulle nostre tavole. Pulci definì con disprezzo “mangiafoglia” i napoletani, con altrettanto disprezzo, chiamati “mangiamaccheroni”, ma, alla fine, pietanze tipiche napoletane, come la pasta e la pizza, sono diventate patrimonio della gastronomia italiana e internazionale e, insieme alla “foglia”, fondamenti della “dieta mediterranea”. È dunque legittimo rapportarsi all’orgoglio di appartenenza ad una civiltà talmente profonda, articolata e raffinata da aver generato, insieme a tante grandi forme di arte, anche quella d’una cucina di alta qualità.
Tra le cucine delle varie regioni italiane quella napoletana affonda le sue origini in radici antichissime, come antichissima è la storia delle genti che hanno occupato questo luogo splendido, spesso e a lungo conteso. Si propone qui un compendio del percorso nei secoli dell’alimentazione a Napoli intesa come collegamento tra generazioni, così da ricostruire il filo di memorie e cultura che lega i vari momenti della civiltà del mangiare. Per la ricostruzione si è fatto riferimento sia ai manuali classici, sia ai testi letterari, incluse le canzoni napoletane e anche alle leggende tramandate nel tempo.
Ne è nato quasi un romanzo storico in cui protagonista è la città e dove i personaggi – re, principesse, cuochi, gastronomi e poeti, insieme alla popolazione – narrano, direttamente o indirettamente, di fastosi banchetti o poveri cibi che ancora oggi ritroviamo sulle nostre tavole. Pulci definì con disprezzo “mangiafoglia” i napoletani, con altrettanto disprezzo, chiamati “mangiamaccheroni”, ma, alla fine, pietanze tipiche napoletane, come la pasta e la pizza, sono diventate patrimonio della gastronomia italiana e internazionale e, insieme alla “foglia”, fondamenti della “dieta mediterranea”. È dunque legittimo rapportarsi all’orgoglio di appartenenza ad una civiltà talmente profonda, articolata e raffinata da aver generato, insieme a tante grandi forme di arte, anche quella d’una cucina di alta qualità.