pompei mani di pittori mario grimaldiAutore: Mario Grimaldi
Titolo: Pompei. Mani di Pittori
Sottotitolo: Duemila anni di tecniche pittoriche a confronto
Descrizione: Volume con copertina rigida cartonata, in formato 4° (cm 31 x 21); 260 immagini a colori, 307 note di approfondimento, 163 voci bibliografiche, 256 pagine totali, testo in italiano
Luogo, Editore, data: Napoli, Valtrend, 2016
Collana: Pompei. A cura di M. Aoyagi e U. Pappalardo. Volume IV
ISBN: 9788888623863
Prezzo: Euro 130,00
Disponibilità: In commercio

 


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È uno studio sulle iconografie della pittura dell’antica Roma, in particolare a Pompei ed Ercolano, volgendo l’attenzione soprattutto ai contesti sociali, per giungere ad un riconoscimento della valenza che nel mondo antico ebbero le botteghe e la scelta di specifici programmi decorativi.


Il caso delle città seppellite dall’eruzione vesuviana appare il più completo terreno di studi per l’eccezionale contestualizzazione degli apparati decorativi che, perfettamente conservati in situ, permettono di ricomporne i rapporti spazio-funzionali. Va ricordato inoltre l’apporto significativo sia a Roma che in Campania della presenza di opere d’arte greche “originali” e dell’arrivo di maestranze artigiane specializzate, per la realizzazione delle scenografie teatrali del II stile.

Se da un lato il quadro generale dell’evoluzione stilistica della pittura romano-campana appare compiuto, dall’altro si resta ancora nel campo delle impressioni soggettive per l’identificazione delle botteghe e per il riconoscimento delle mani di singoli “maestri” o “artisti” come si preferisce definirli in questo libro, in virtù di piccoli dettagli significativi.

Inoltre il rapporto tra il committente e l’esecutore materiale dell’opera pittorica fu forse molto più stringente di quanto si pensi: infatti è possibile riconoscere la “mano” del pittore ma è altrettanto possibile intuire i criteri delle scelte operate dal committente. Perfino alcune incongruenze di realizzazione, che per consuetudine sarebbero imputabili ad “imperizia tecnica”, corrispondono più semplicemente alla volontà del committente alla quale l’esecutore doveva attenersi.

Tutto ciò appare ancora più comprensibile se calato all'interno del nostro contesto temporale e sociale grazie all'intervista ad un grande artista vivente, William Kentridge, che ci ha aiutato con la sua esperienza diretta a capire modi e metodi delle sue scelte iconografiche e iconologiste, rapportate ai contesti che utilizza.

 


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