Viaggio_nel_Lavoro_pAutore: Vincenzo Starnone.
Titolo: Viaggio nel Lavoro.
Fotografia
A cura di Massimo Bignardi e di Franco Riccardo
Descrizione: Edizione in formato 8° (cm 27,5 x 24); 95 pagine;.foto in b/n
Luogo, Editore, data: Napoli, EffeErre, 2002
Disponibilità: NO

 


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Non amo viaggiare in auto. L'automatismo con cui intraprendo il percorso ogni giorno per recarmi a lavorare, mi vieta di "interpretare" ciò che mi circonda.
Durante uno degli ultimi "viaggi per il lavoro", ho meglio focalizzato l'ambiente attraversato.
Il numero dei semafori cui devo fermarmi è incredibile, li', con esasperante ripetivita', mi scontro con una delle realta' degli ultimi decenni, l'immigrazione extracomunitaria.


L'impatto iniziale è di fastidio, di "corpo estraneo', qualcosa che non ti appartiene e non può essere accettata.
Ad ogni curva, in ogni rallentamento obbligato, spuntano inattesi, vicino al vetro dell'auto, silenziosi, con un'implicita richiesta facilmente interpretabile.
Sono "nullatenenti", con sguardo muto e produttivo silenzio. Altri, invece, offrono un servizio (sempre lo stesso), fazzolettini di carta, cuoricini, accendini, orologi vari e ... lavate, tante lavate di parabrezza, fanali e fanalini.
Guardo i loro volti emblematici, hanno caratteristiche precise: altre regioni d'Europa, altri Continenti.
L'inespressivita' dei loro visi, spesso, si alterna a sorrisi accennati o smaglianti, oppure ad una arroganza irriverente. La mia auto, ormai, è piena di fazzolettini ed accendini, il parabrezza sempre pulito, li saluto ed ascolto, noto i loro gesti.
Sono culture diverse aggrappate tutte ad una cadenza vocale ormai acquisita, quasi dialettale: il mio.
Anche la gestualita' è tipica: polpastrelli uniti in una specie di cono rovesciato che si muove avanti e dietro "... ma che 'vuò..." è la domanda che pongono, quando mi scoprono tutto preso a fotografarli.
Non capisco se è l'inizio della loro perdita d'identita', oppure, una forma d'iniziale integrazione.

Per circa un anno ho fotografato la loro presenza nei pressi dell'auto, spesso quasi dentro la vettura, cosi' come li vede chi guida lungo quelle strade. Ho cercato di cogliere la mia e la loro sorpresa, mezze facce, gesti che negano o propongono l'insicura realta' d'uno scoordinato "stato di fatto", finalizzato alla sola sopravvivenza; un "non futuro".

Scorgo ancora volti e gesti, la cadenza dialettale è molto piu' chiara... allora viaggio con la mente nella mia infanzia. Sono visi di sempre, a me noti.
Tutti disposti lungo quelle strade, accomunati da un solo motivo: il lavoro che li unisce nella necessita' e li divide nelle discussioni, frontiere mentali che si scontrano con quelle geografiche.
Ora è solo un viaggio nel tempo, rivedo i lineamenti di antichi ricordi, rivedo i miei scatti fotografici vecchi di30 anni, sono zingari, lustrascarpe, ambulanti, venditori di giornali con il carretto, tornitori, artigiani. Qualcosa unisce queste due epoche.
Il percorso quotidiano diventa sempre piu' mentale, un "gia' vissuto", è storia, è un "viaggio nel lavoro", nascono i miei brevi "appunti di viaggio".
Vincenzo Starnone

 


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