Autore: Erminio Scalera
Titolo: I Caffé Napoletani
Sottotitolo: Con l'aggiunta del "Trattato Istorico del Caffé" estratto dal "Credenziere di Buon Gusto" di Vincenzo Corrado (Napoli, Saverio Giordano, 1820)
Introduzione di Alberto Consiglio
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 23 x 17); 117 pagine
Luogo, Editore, data: Napoli, Arturo Berisio, 1967
Prezzo: Euro 25,00
Disponibilità: 1 esemplare
Anche Napoli ebbe i suoi Caffè, sparsi un po' dappertutto nei vari quartieri, seppur con molto ritardo rispetto ad altre città come Venezia dove, nel 1640, si aprì il primo locale del genere in Europa, seguito nel 1660 dal famoso Procope a Parigi e nel 1662 da Londra... Particolarmente importanti nella vita cittadina furono i locali di via Toledo, la strada più popolata della città, frequentata assiduamente da letterati, filosofi, poeti, pittori, artisti di ogni genere, ma anche da nobili, politici, affaristi, grandi avvocati, vagabondi, nullafacenti e così via.
Sull'affascinante argomento dei Caffè napoletani una trentina d'anni fa Erminio Scalera scrisse un libro, nostalgica rievocazione della Napoli scomparsa, grande affresco di personaggi famosi, di figure note e meno note, poetica e colorita descrizione di caricature e macchiette.
Vi sono enumerati i cento e più caffè napoletani con tutta la loro storia, la vita di proprietari e clienti, e la descrizione di insegne, porte, stigli e suppellettili; dai più conosciuti come il Caffè d'Italia primo fra tutti ma rapidamente scomparso e sostituito dal Caffè d'Europa, il Gambrinus, il Caffè Aciniello, il Gran Caffè fornitore della Real Casa, il Caffè Vacca, il Caffè Pinto reso celebre da Leopardi, il Caffè Calzona che ispirò Ugo Ricci cronista de «Il Mattino» per una comica macchietta recitata al Salone Margherita, il Caffè Caflisch, e tanti tanti altri fino ai più piccoli e periferici.
Lejla Mancusi Sorrentino
Tratto da: "Il Caffè. Segreti, Riti, Tradizioni" - Ed. Pierro, 1997
Sull'affascinante argomento dei Caffè napoletani una trentina d'anni fa Erminio Scalera scrisse un libro, nostalgica rievocazione della Napoli scomparsa, grande affresco di personaggi famosi, di figure note e meno note, poetica e colorita descrizione di caricature e macchiette.
Vi sono enumerati i cento e più caffè napoletani con tutta la loro storia, la vita di proprietari e clienti, e la descrizione di insegne, porte, stigli e suppellettili; dai più conosciuti come il Caffè d'Italia primo fra tutti ma rapidamente scomparso e sostituito dal Caffè d'Europa, il Gambrinus, il Caffè Aciniello, il Gran Caffè fornitore della Real Casa, il Caffè Vacca, il Caffè Pinto reso celebre da Leopardi, il Caffè Calzona che ispirò Ugo Ricci cronista de «Il Mattino» per una comica macchietta recitata al Salone Margherita, il Caffè Caflisch, e tanti tanti altri fino ai più piccoli e periferici.
Lejla Mancusi Sorrentino
Tratto da: "Il Caffè. Segreti, Riti, Tradizioni" - Ed. Pierro, 1997