L'ASSEDIO DI GAETA. Tradotto in lingua napoletana - Charles GarnierAutore: Charles Garnier 
Titolo: L'assedio di Gaeta
Sottotitolo: Tradotto in lingua napoletana da Don Saverio
A cura di Giuseppe Catenacci, Alberto Sammartino, Francesco Maurizio Di Giovine, Vincenzo D'Amico e Pierpaolo Irpino
 In appendice "Notizie de Gajeta" tratto da "Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto"
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 23,5 x 17); 143 pagine; 21 illustrazioni in b/n
Luogo, Editore, data: Nocera Superiore (SA), D'Amico, 2014
ISBN: 9788890904920
Prezzo: Euro 10,00
Disponibilità: In commercio

 


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"Dopo un secolo e mezzo cadranno nel vuoto i tentativi di resuscitare lo spirito nazionale, sia nel campo letterario con lo scarno realismo di Ferdinando Russo, sia con il radicalismo nazionalista, dei collaboratori de 'O Spassatiempo o con l'Accademia dei Filopatridi."
Leggendo Tejada, da cui è tratta la citazione sopra riportata, ho sentito il bisogno di approfondire gli autori e soprattutto i giornali che furono redatti in lingua napoletana subito dopo il crollo del Regno delle Due Sicilie.

Il primo giornale a essere pubblicato fu "Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto", uscito nel luglio del 1860, in napoletano per essere capito anche dai popolani della grande capitale. Il foglio fu pubblicato sino al 1868. Garibaldino, inizialmente favorevole anche a casa Savoia, ma ben presto denunciò con vigore le "cose storte" del nuovo governo in un'apposita rubrica.
Il principale giornale filoborbonico, fu "Lo/u Trovatore" attivo dal 1866 al 1877, anche se a partire dal 1871, solo la "chiacchierata" rimase in lingua napoletana. Subì numerosi sequestri, tanto che il suo direttore e animatore "Don Saverio" usava appunto uno pseudonimo e nemmeno Pietro Martorana, Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori del dialetto Napoletano, ne svela l'identità. Lo Trovatore pubblicò diversi romanzi in napoletano in appendice, ma offrì ai suoi numerosi lettori anche la traduzione ad opera di don Saverio del Giornale dell'assedio di Gaeta di Charles Garnier.
Nonostante il giudizio di Tejada non lasci alcuna speranza, ho ritenuto giusto raccogliere e pubblicare in un libro non solo la traduzione di Garnier realizzata da don Saverio, ma anche la cronaca dell'assedio, spesso e volentieri distorta, de Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, il tutto completato ed arricchito da documenti provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, dall'Archivio di G. Catenacci, dall'introduzione di Giuseppe Catenacci e Francesco M. Di Giovine e da un glossario essenziale a cura di Alberto Sammartino. La grafica è stata curata da Pierpaolo Irpino.
Credo che sia un ottimo modo per recuperare non solo la nostra storia, ma anche e soprattutto la nostra lingua. In Catalogna esiste da tempo il bilinguismo. La lingua napoletana non è meno importante della catalana, mi auguro che questo libro possa contribuire a ridestare l'interesse per la lingua di Basile e Cortese. Ma se dovesse andare male, poiché come scrisse Tejada "i napoletani si sono lasciati andare nella pazzia di un suicidio collettivo", faremo nostre le parole del filosofo castigliano: "per il resto, le imprese non si misurano col successo. Dio non abbandonerà i suoi. E nel peggiore dei casi, se ci nega di vedere il trionfo col metro del successo, pur sempre ci dona quella pace della coscienza del dovere compiuto, che si sintetizza nel motto per cui caddero i nostri predecessori: Senza cedere."
(Nota dell'Editore Vincenzo D'Amico

 


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