Titolo: Contratti e rapporti di produzione nella Calabria del XVIII secolo
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); 240 pagine
Luogo, Editore, data: Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, gennaio 2012
ISBN: 9788849522266
Prezzo: Euro 33,00
Disponibilità: In commercio
Uno studio sistematico di fonti bibliografiche e archivistiche hanno permesso all’Autore di ricostruire alcuni aspetti fondamentali della vita economica della Calabria settecentesca. Ne scaturisce da una parte l’immagine di una terra dotata di abbondanti risorse però male convogliate e prive di efficaci politiche di investimento; dall’altra un territorio inserito nei grandi circuiti commerciali napoletani e internazionali in uno schema di relazioni funzionali alla sopravvivenza di forme feudali d’ancien régime. L’agricoltura era potenzialmente il fulcro dello sviluppo economico, ma per accrescere la produzione calabrese si doveva intervenire sul riassetto e la distribuzione della proprietà fondiaria. Quella della Calabria era invece un’economia all’insegna della precarietà e poteva bastare una congiuntura climatica per metterla in ginocchio. Mentre in altre parti d’Europa cambiava il modo di produrre e di trasformare le materie prime, la regione rimase condizionata da procedure ancorate a vecchi sistemi. I proprietari calabresi, anziché intervenire incisivamente nel processo di produzione_trasformazione delle materie prime, preferirono l’accumulazione fondiaria e la trasformazione dei seminativi in arboreti: una direzione che consolidò i sedimenti feudali fino a farli sopravvivere anche dopo le leggi eversive. Per tutto il secolo ci fu anche il dominio incondizionato del contrabbando di derrate e di beni, alimentato dalle smisurate restrizioni e dai pesi fiscali che frenavano la stessa espansione mercantile. La Cassa Sacra, istituita in seguito al terremoto del 1783, permise un’operazione di trasferimento della proprietà ecclesiastica a quella privata nobiliare e borghese fra le più ardite effettuate in Europa nel Settecento, da cui rimasero esclusi, per mancanza di capitali, i contadini, vanificando, così, un’occasione epocale per costruire la media proprietà terriera.
Indice del volume:
Abbreviazioni 9
Introduzione 11
Capitolo I – La Calabria nel Regno di Napoli 15
1. Gli spazi economici dei genovesi 22
2. Crisi e tentativi di riforme 24
3. Il viceregno austriaco 26
4. L’indipendenza del regno 35
5. La frontiera sociale 41
6. Un’economia semicoloniale 45
7. L’ondata anticuriale e antifeudale 47
8. Il sistema feudale dei Grimaldi nel Principato di Gerace 53
Capitolo II – Le classi sociali 57
Capitolo III – Meccanismi produttivi 61
1. Il contratto alla voce 61
2. Gli arrendamenti 64
3. La produzione serica 72
4. Il fondaco del sale 84
5. Il fondaco del ferro 94
6. La produzione del salnitro 96
7. I trappeti 99
8. I mulini 105
Capitolo IV – Artigianato e commercio nel Principato di Gerace 109
1. La lavorazione della creta: argagnari e giaramidari 108
2. La produzione della calce: le «carcàre» 109
3. Falegnami 111
4. Calzolai 112
5. Fabbri 114
6. Conciatori di pelle 115
7. Maestri organari 115
8. Mastri fabbricatori 116
9. Mercanti di panni 117
10. Le botteghe 119
11. Le spezierie 121
12. Le macellerie 123
13. Lo spaccio del formaggio 124
14. Lo spaccio della neve 127
Capitolo V – Il censo bollale 129
Capitolo VI – L’agricoltura 139
1. Configurazione del territorio 139
2. La produzione olearia e vitivinicola 147
3. Grano e altre vettovaglie 148
4. Contratti, affitto di terre e commerci 165
5. I dati agricoli nell’Onciario di Gerace del 1742 172
6. Vendita terreni per risarcimento debiti 175
7. Massari 178
8. Mastri 182
9. Società temporanee 185
10. Altre tipologie di contratto 188
Capitolo VII – Le rendite ecclesiastiche 191
1. Monasteri e conventi 191
2. Capitolo Cattedrale, Mensa vescovile, chiese e parrocchie 205
Capitolo VIII – L’allevamento 209
Bibliografia 215
Indice dei nomi 229
Indice dei luoghi 237