vita_di_luigi_vanvitelliAutore: Luigi Vanvitelli Jr.
Titolo: Vita di Luigi Vanvitelli
A cura di Mario Rotili.
Prefazione dell'avvocato Vittorino Veronese, presidente del banco di Roma al tempo della stampa del volume
Descrizione: Volume rilegato in tela, in cofanetto rigido, in formato 4° (cm 31 x 23); VIII + 376 pagine; 263 illustrazioni in b/n fuori testo, 10 tavole a colori fuori testo, 1 ritratto a colori attribuito a Giacinto Diano, all'antiporta; volume impresso su carta delle Cartiere Timawo e Burgo; edizione non venale
Luogo, Editore, data: Napoli, SEN per il Banco di Roma, 1975
Disponibilita': No

 


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La Prefazione:
In seguito al passaggio di Carlo di Borbone sul trono di Spagna, venuta definitivamente meno la possibilità di realizzare l'idea da lui vagheggiata di far sorgere sulla piana di Caserta, dinanzi alla Reggia, secondo il grandioso e chiaro piano urbanistico di Luigi Vanvitelli, la nuova capitale del regno, la città - si sa - nacque spontaneamente sul lato orientale del Palazzo Reale. Dal villaggio « La Torre », che sorgeva intorno al palazzo dei Gaetani conti di Caserta, il «Palazzo Vecchio » del piano vanvitelliano e quindi della città nuova, da quel piccolo nucleo di abitazioni che accolsero i tecnici, le maestranze e quanti altri furono operosi nel cantiere della Reggia, si sviluppò via via, con il crescere della popolazione e delle attività, il nuovo complesso urbano. E in esso, sul lato orientale della piazza voluta proprio dinanzi al Palazzo Vecchio da Gioacchino Murat, in quegli stessi primi anni dell'Ottocento sorse il palazzo Leonetti.
Pur riprendendo l'impianto tipico della casa della borghesia agraria di Terra di Lavoro, con tre lati porticati intorno all'ampia corte e il loggiato sovrastante, il palazzo rappresenta un esempio di edilizia di pregio, che si avvale dei più sapienti contributi formali, come la facciata principale e quella del secondo cortile, quest'ultima ingentilita da un elegante loggiato, e ancora la scala felicemente articolata. Ma se in questa si coglie ancora un'eco sanfeliciana, le altre parti rientrano nell'indirizzo costruttivo e di gusto affermato dall'opera del Van vitelli e continuato a lungo a Caserta, se gli interventi successivi nel palazzo non ne hanno alterato il carattere.Prove sicure di questo sono offerte dalla cura per il particolare, dall'attenzione con cui la facciata principale tende a definire e sottolineare una presenza illustre nel contesto ambientale.
 
 
Ed è forse in tale significativo e coerente rapporto con la piazza, che peraltro fu intitolata al Vanvitelli, il valore più alto dell'edificio, il quale assume, così, non solo una valenza di documento edilizio, ma anche di testimonianza storica della vicenda urbanistica.Di tanto ha tenuto particolarmente conto il Banco di Roma, il quale, nel fare proprio il palazzo, si è preoccupato essenzialmente della sua conservazione ed utilizzazione a fini civici, recuperando alla città una preziosa struttura, tipica del suo più antico tessuto urbano.L'edificio è stato destinato, infatti, non solo ad essere sede della filiale del Banco, ma anche di un complesso comprendente una sala per mostre, un centro di incontri economici con una sala per conferenze, una biblioteca pubblica specializzata e un auditorium all'aperto.
 
A tanto è stato provveduto con un accorto intervento di restauro e ristrutturazione dell'immobile, eseguito sulla scorta di un bene inteso progetto degli architetti Giulio Buompane e Pietro Monti. Il fabbricato così sistemato si ripresenta, perciò, nella sua struttura originaria, liberata da ulteriori aggiunte eseguite anche di recente e non turbata dagli elementi nuovi. Se infatti il parcheggio è stato realizzato sotto il giardino, in maniera che questo continui ad essere, con la ricca alberatura interamente conservata, il naturale complemento dell'edificio, la parte destinata agli uffici della filiale è stata ideata nel rispetto della volumetria e dei preesistenti rapporti, ma evitando le facili suggestioni dell'equivoco stilistico e del falso storico.Ora, nell'inaugurare il complesso, al fine di sottolinearne la portata culturale e sociale, è parso opportuno accompagnare l'avvenimento con la pubblicazione di questo libro, che non poteva non essere dedicato a Luigi Van vitelli, l'architetto che se anche non riuscì a costruire, dinanzi alla più grande reggia del Settecento, la capitale ideata interpretando originalmente la volontà di un monarca illuminato, determinò lo sviluppo di una città: quella che, continuando ed incrementando nella pianura, in aderenza ai tempi nuovi, la vita svoltasi per secoli nella Caserta medioevale - la suggestiva Caserta Vecchia di oggi -' è divenuta il centro pulsante dell'operosa Terra di Lavoro.

Ma, a breve distanza dalla celebrazione del secondo centenario della morte dell'artista, caratterizzata da numerosi importanti contributi di studio complessivi e particolari, non era facile dare un taglio nuovo ed efficace ad un libro su Vanvitelli. Perciò Mario Rotili, già autore di alcuni saggi su aspetti particolari o inediti dell'attività vanvitelliana, nell'assumersene il compito, ha preferito puntare, alla luce dei risultati degli studi finora compiuti e con qualche apporto nuovo, alla puntualizzazione della personalità e dell'opera del maestro attraverso la lettura del primo libro dedicato interamente a lui, quella Vita scritta dal nipote, che pure nei suoi limiti e nel tono comprensibilmente apologetico ha un suo significato e merita, perciò, di essere riproposta a quanti si avvicinano a Vanvitelli non solo a Caserta. E qui, dove nella piazza a lui intitolata alla fine del secolo scorso è stato eretto il monumento che lo celebra quasi come padre della città, il suo ricordo ha anche tale senso e ad esso si è ispirato il Banco nel volere questo volume in occasione dell'apertura del complesso creato nel palazzo Leonetti, che peraltro della naturale impronta vanvitelliana di Caserta è interessante testimonianza.
Avv. Vittorino Veronese Presidente del Banco di Roma

 


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