Autore: Raffaele D'Ambra.
Titolo: Napoli Antica.
Ristampa fedelissima dell'edizione del 1889.
Descrizione: Pregiata edizione in formato folio* (cm 44 x 33) stampata su carta Bodonia appositamente fabbricata dalle Cartiere Fedrigoni di Verona, legatura artigianale in tela con dorso in pelle fregiato d'oro; edizione racchiusa in elegante cofanetto rigido illustrato. Pagine 600; 118 cromolitografìe a tutta pagina. Tiratura limitata di 1600 esemplari numerati a mano e XI dedicati ad personam.
Luogo, Editore, data: Sorrento (NA), Franco Di Mauro, 1993
Prezzo: Euro 1.450,00
ISBN: 88-85263-50-X
Disponibilità: 1 esemplare
Nel 1989 la stampa ha ignorato il centenario di Napoli antica. Nessun dietrologo si è ricordato di questa notevole opera editoriale che si ricollega al risanamento di Napoli. Tutti presi, giornalisti, politici ed urbanisti, a discutere sul futuro di Napoli.Non si tratta della "riscoperta" o di un "rilancio" di Napoli antica ma di una ristampa in memoria di Raffaele d'Ambra nel centenario della sua morte. Un libro capace di suscitare nei napoletani tante evocazioni mano a mano che, sfogliandone le pagine, l'occhio si posa su monumenti, ambienti e itinerari perduti.
Dalla introduzione di Atanasio Mozzillo:
..."Ed ora in alto il piccone! Abbattete! Cadano sotto le ruine i germi malefìci delle infermità e le nuove correnti d'aria e di luce che si agiteranno su di esse, siano apportatrici di prosperità e di salute". Così, alla presenza dei sovrani, il 15 giugno del 1889, Nicola Amore dà inizio ai lavori del risanamento; o meglio "sventramento", come auspicato da Agostino Depretis nei giorni del colera.
Ma c'è qualcuno che i colpi di piccone li sta a contare sgomento, qualcuno che in quei vicoli tanto deprecati dai "risanatori" si aggira incredulo per la rovina che se ne sta facendo e per i progetti che la vogliono ancora più estesa, fino a cancellare la memoria stessa di una città sigillata nella sua miseria, ma anche nel suo passato. Ed è, inutile dirlo, il nostro Raffaele d'Ambra, che con le sue dispense e le sue tavole, tenta il solo recupero ormai possibile di una Napoli che sta per scomparire insieme al secolo.
Anche lui è là, in quel giorno di festa, confuso tra la folla ad ascoltare il discorso di Nicola Amore; ma l'enfasi dello sventratore, la gonfia retorica dei giornalisti che esaltano l'avvenimento, lo muovono prima a fastidio, poi a rabbia. E a un cronista de "II Roma" che dà per scontato, in seguito alle iniziate demolizioni, l'avvento di un'era in cui "progresso materiale e progresso morale andranno di conserva", a questo gazzettiere e a quanti continuano a esaltare il "piccone demolitore del vecchio e la cazzuola costruttrice del nuovo", il "professore" obietta con amarezza che "forse il nuovo non sarà bello come il vecchio che si demolisce".
* La stampa dei volumi in-folio, ricavati da una sola piegatura del foglio, lasciandolo intonso, è tipica delle edizioni del tardo Seicento e Settecento. Questo sistema permette di ottenere fascicoli più consistenti e di evitare l'avvicendamento di troppe cuciture sul dorso del libro all'atto della legatura. L'impasto pregiato per le carte usate, conferiscono un aspetto estremamente elegante e un tatto piacevole, una buona stabilità in fase di stampa rendendo i colori vivaci e brillanti.