come una citta separata chiaia giuseppe pignatelliAutore: Giuseppe Pignatelli
Titolo: Come una città separata
Sottotitolo: Chiaia, da borgo extramoenia a quartiere borghese
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 25 x 21); 256 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, maggio 2014
Collana: Territorio, città, fortificazioni. N. 3
ISBN: 9788849528336
Prezzo: Euro 35,00
Disponibilità: In commercio

 


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Con l'ausilio di un nutrito apparato documentario e iconografico, il volume analizza l'evoluzione del borgo di Chiaia dalle origini sino agli inizi del secolo scorso. L'area più occidentale della città ha rappresentato una singolare anomalia nel quadro delle trasformazioni urbane napoletane, autosufficiente e pressoché immune dallo sviluppo edilizio fi no a quando la presenza degli Ordini mendicanti portò al definitivo consolidamento di un compatto tessuto costiero.

Il borgo iniziò a risalire la collina dalla seconda metà del XVI secolo, quando alle preesistenti comunità religiose si affiancarono i nuovi Ordini regolari nella gestione fondiaria anche lungo gli scoscesi cavoni. Ostinatamente protetta durante il Viceregno, Chiaia si affermò allora come sede privilegiata dell'aristocrazia e della più recente classe dirigente, terreno assai fertile per la sperimentazione di quegli interventi che portarono più tardi al ridisegno della capitale. Decisive nella graduale saldatura del borgo con il resto della città, la demolizione della porta vicereale e la realizzazione della Villa Reale avrebbero infatti rappresentato i risultati più interessanti del dibattito tardosettecentesco, i cui esiti proseguirono nel secolo successivo. Ancora alla metà dell'Ottocento, il quartiere doveva tuttavia apparire come una città separata, privo soprattutto di un adeguato supporto infrastrutturale; solamente la nuova 'Strada delle colline' avrebbe offerto in questo senso una valida alternativa ai percorsi tradizionali, garantendo nel contempo lo sfruttamento di una vasta area da destinare a insediamenti residenziali. La tormentata realizzazione del Rione Occidentale costituì però solo la premessa ai diversi piani di ampliamento tardo-ottocenteschi, avviati in nome di una 'pubblica utilità' solo presunta perché offrirono in realtà un'ampia disponibilità di suoli edificabili, portando alla progressiva scomparsa di quello straordinario equilibrio tra dimensione urbana e paesaggio rurale che per secoli aveva qualificato questa parte di città.

 


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