Titolo: Castel Sant'Elmo
Con i contributi di Angela Tecce, Katia Fiorentino, Gennaro Maria Monti, Maria Raffaela Pessolano, Luigi Maglio, Teresa Colletta, Bruce Gruet, Paola Fiore
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); 65 pagine; 47 illustrazioni, prevalentemente a colori
Luogo, Editore, data: Napoli, Istituto Italiano Castelli. Sezione Campania, 2012
Collana: Quaderni dell'Architettura fortificata in Campania dell'Istituto Italiano Castelli. Sezione Campania. N. 4/2012
ISBN: 8874316140
EAN: 9788874316144
Prezzo: Euro 10,00
Disponibilità: In commercio
"Il complesso monumentale di Castel Sant'Elmo è uno dei siti museali della Soprintendenza ai Beni artistici e storici e per il Polo museale di Napoli, tra di essi è unico per la sua posizione, dominante dall'alto tutta la città, le isole, il mare, i monti: una veduta immensa e mai uguale, dall'alba al tramonto tutto si trasforma e cambia: luce, odori, rumori.
Nella stessa Napoli, vista dal Castello, sembra si possano scoprire luoghi nuovi e inediti spazi. Castel Sant'Elmo è, dal mare come da terra, l'indiscutibile punto di riferimento geografico dei cittadini e dei turisti che ogni anno visitano la città, su cui svettano le ampie arcate della Certosa di San Martino, che si staglia candida contro le brune, sfaccettate cortine tufacee della fortezza. Viceversa dalla Piazza d'Armi e dai suoi spalti, che seguono l'andamento stellare della pianta del Castello, non si può non provare meraviglia nel percorrere con lo sguardo il dispiegarsi del golfo, le stratificazioni urbane, in tutti gli avvicendamenti storici dai Greci, agli Angioini e agli Aragonesi, dagli Spagnoli ai Francesi fino alle scintillanti architetture del Centro Direzionale, costruito negli ultimi decenni del Novecento su un piano del giapponese Kenzo Tange. Accanto agli splendori architettonici, che emergono numerosi anche ad uno sguardo veloce, si affiancano le bellezze naturalistiche del Vesuvio, deL bosco di Capodimonte, del parco dei Camaldoli, della collina di Posillipo e delle isole di Capri, Ischia e Procida. Ma il rapporto tra il Castello e i napoletani non è stato sempre scontato, la storia gli ha riservato con la dominazione angioina il ruolo di Palatium, non a caso denominato Belforte, destinato al re e alla sua Corte; con gli Spagnoli, quello di fortezza inespugnabile, il suo aspetto attuale infatti, unico nel suo genere, è dovuto all'architetto Pedro Luis Escrivà, che lo ha ricostruito nel Cinquecento. Durante il regno borbonico è stato un carcere, funzione che ha svolto anche dopo l'Unità d'Italia, finché, in epoca recente, ha assolto la funzione di presidio militare.
Nel corso dei secoli, quindi, esso è apparso ai napoletani una minacciosa manifestazione del potere nei suoi aspetti elitari, militari e repressivi, in ogni caso un luogo precluso alla maggior parte della popolazione. Soltanto negli anni Settanta, dopo gli imponenti lavori di ristrutturazione ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania e il suo affidamento nel 1982 ali 'allora Soprintendenza per Beni Artistici e Storici di Napoli è stato avviato un processo di restituzione del monumento alla città e ai suoi abitanti, trasformando il Castello anche in meta turistica.
La conversione di un castello cinquecentesco in sede espositiva di livello internazionale, senza intaccarne l'essenza storica, come è messo in luce dal saggio del direttore Angela Tecce, è stata la grande scommessa lanciata dalla Soprintendenza. La prova, a distanza di ventitré anni dall'inaugurazione della prima mostra, a cui ne sono seguite numerose altre di arte antica, moderna e contemporanea e tante manifestazioni culturali, può considerarsi vinta, permettendo a Castel Sant'Elmo di entrare nel XXI secolo con una nuova vocazione culturale. L'indirizzo, ormai intrapreso da anni, è quello di valorizzare l'arte contemporanea attraverso esposizioni di artisti che si sono confrontati con gli affascinanti spazi del complesso monumentale, ormai sede di numerose opere che da due anni si è arricchita dell'esposizione permanente '''900 a Napoli". Per un museo in progress (1910-1980), primo e fondamentale passo di un museo dedicato all'arte napoletana del secolo scorso, immaginato più come centro propulsivo di nuove e diverse iniziative che come puro consuntivo storico-artistico. Di pari passo alle attività espositive la Soprintendenza continua a porsi come obiettivo quello di coinvolgere i napoletani e un pubblico sempre più ampio, cercando di rendere sempre più ospitali gli spazi all'aperto e quelli interni, trasformandoli in luoghi accessibili a tutti; momento imprescindibile di questo processo è la promozione della conoscenza del Castello in particolare e di tutti i beni storici artistici della città in generale.
Per questo motivo la Soprintendenza saluta con piacere le iniziative dell'Istituto Italiano dei Castelli, che da anni ci offre il suo contributo e, in questo caso specifico, ha realizzato questa pubblicazione da considerarsi un utile strumento di studio e di divulgazione per la conoscenza del Castello."
Dalla prefazione di Fabrizio Vona
Soprintendente per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Napoli