Curatori: Danila Jacazzi, Alfonso Gambardella
Titolo: Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento
Sottotitolo: Campania Ricerche
Saggi di : Manlio Montuori, Maria Carolina Campone, Anna Luigia De Simone, Enrica Pagano, Maria Rosaria Dell'Amico, Iolanda Guida, Chiara Ingrosso, Giuseppe Pignatelli, Mauro Venditti, Paola Marchese
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 22); 496 pagine.
Luogo, Editore, data: Roma, Gangemi, 2007
Collana: Architettura, Urbanistica, Ambiente
ISBN: 9788849213553
Prezzo: Euro 35,00
Disponibilità: 1 esemplare
Il volume raccoglie i risultati degli studi svolti nell'ambito del Programma di Ricerca di Interesse Nazionale PRIN 2003 L'Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento da un gruppo di ricercatori della Seconda Università degli Studi di Napoli.
Il tomo Campania. Ricerche, dopo una premessa di Alfonso Gambardella sui contenuti e le problematiche del tema e un saggio introduttivo di Danila Jacazzi su “Tradizione e innovazione nell'architettura campana del Rinascimento”, fornisce un ampio repertorio di una produzione architettonica in gran parte sconosciuta alla letteratura artistica.
La Campania nell'età aragonese si caratterizza per un'articolata dialettica culturale, politica, economica e, soprattutto, artistica che attraversa il XV secolo, a partire dalla fine degli anni '40, fino al ‘500 inoltrato. L'imponente patrimonio di cultura italiana ed europea diffusa nel Regno di Napoli, ma soprattutto il processo di sintesi e di trasformazione cui quel patrimonio viene sottoposto nella seconda metà del Quattrocento definisce un quadro di estrema complessità.
La rete di rapporti politici e diplomatici intessuta dalla corona aragonese, l'esigenza di sottolineare una profonda diversità culturale rispetto alla monarchia angioina, le strette relazioni commerciali, la diffusione della cultura umanistica a corte e negli ambienti colti della feudalità baronale sono tutti elementi che contribuiscono a determinare il ricco sincretismo di componenti di origine toscana, lombarda, ma anche veneta e adriatica, che caratterizza il processo di rinnovamento del lessico architettonico nel Regno napoletano.
Il panorama locale si arricchisce di forme e contributi piuttosto eterogenei, ma la sensibile spinta classicista che si diffonde con il consolidamento degli Aragonesi trova nella lezione albertiana un imprescindibile riferimento.
L'analisi condotta nei territori del Regno, suddivisa nelle province di Principato Ultra- Terra di Avellino e Terra di Benevento, Terra di Lavoro, Costa di Amalfi e isole del Golfo, Principato Citra, esamina la complessità degli elementi che concorrono alla morfologia dell'architettura rinascimentale nelle aree campane, evidenziando il significativo rapporto con la componente dettata dalla tradizione napoletana e dagli studi sull'antico, ma anche l'influenza di modelli che risalgono alla diffusione del linguaggio albertiano e dei suoi epigoni; elementi fusi nelle originali sperimentazioni di un periodo della storia dell'architettura che si presta a nuove significative interpretazioni.