il_tango_da_napoli_a_buenos_airesTitolo: Il tango da Napoli a Buenos Aires
Autore/i: Vari
Esecuzione: Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet
Produzione: Alfa Music
Anno di produzione: 2010
Disponibilita': NO

 


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Recensione a cura di Adelchi Battista tratta dal sito web
www.Jazzinroma.wordpewss.com

Quando uno pensa a Napoli e a Buenos Aires gli vengono in mente un sacco di cose che le due città hanno in comune. Che ne so, i quartieri in faccia al mare. E che quartieri. A Napoli ad esempio alcuni si chiamano ‘spagnoli’, a indicare una storia, una direzione (la direttrice est-ovest), una sottomissione. Sono strade strettissime, vicoletti, piene di minuscole costruzioni una sopra l’altra, che sembrano quasi toccarsi. A Buenos Aires si chiama ‘Villa 31′, ed è una baraccopoli pazzesca, a ridosso del porto.
Come a Napoli, sotto le baracche e sopra i grattacieli di una capitale moderna. Questa roba qua, che ci crediate o no, suona. Suonano le contraddizioni e le tradizioni, e suona il mare, come a Napoli, mare verdastro, da cui arrivano influenze da mezzo mondo, attraverso le navi cargo, attraverso i marinai scavati dentro e fuori.

C’è qualcuno che è riuscito a mettere questi suoni dentro un disco. Giuliana Soscia, fisarmonicista, pianista, compositrice, studiosa attenta della musica popolare italiana e internazionale, insieme a Pino Jodice, pianista, compositore e arrangiatore, una delle figure chiave del jazz italiano. Queste due personalità si sono fuse insieme in un progetto che si chiama ‘Italian Tango Quartet’ e che comprende Aldo Vigorito al contrabbasso – che si alterna con Francesco Angiuli, ed Emanuele Smimmo alla batteria.

il disco

L’Italian Tango Quartet  suona jazz, prima di tutto. Certo, suona anche il tango, suona anche la musica napoletana, e suona anche le città e i loro quartieri e il loro mare, ma questo è un disco di jazz prima di ogni altra cosa, poiché improvvisamente molla gli ormeggi comodi delle strutture armoniche per prendere il volo e portarti in territori sconosciuti, pieni di sorprese ad ogni quarto, a ogni ottavo terzinato, fino a farti sbattere improvvisamente contro un muro di note. E’ la città che suona, la senti.

Soscia e Jodice hanno preso le composizioni di Roberto de Simone, quelle di Astor Piazzolla, quelle antiche di Bovio e Cannio (la Serenata di Pullecenella è di incerta datazione, comunque tra il 1912 e 1916) e le hanno aperte, sezionate, ci hanno scavato dentro, infarcendole di soli melodici ma anche spesso e volentieri completamente liberi, ai limiti del percorso free tracciato a suo tempo da Coleman, e tutto questo per parlarci di gente in movimento, movimento ritmico e movimento di migrazione, movimento di masse di uomini alla ricerca di un posto dove stare, di una città accogliente e tra le città più accoglienti al mondo non possono non esserci Napoli e Buenos Aires. Un disco consigliatissimo, impreziosito da uno scritto del caro Alfredo Saitto, questo edito da Alfamusic, che ricorda tra l’altro Alfama, che magari non c’entra niente, ma che è un quartiere antico di Lisbona, la patria del Fado. E magari è solo una mia impressione, ma io ci sento anche il Fado qui dentro. E un altro mare, un altro quartiere, un’altra città accogliente, un altro posto dove andare.

 

Recensione a cura di Alfredo Saitto tratta dal sito web
www.giulianasosciapinojodicequartet.com

La malinconia del poeta nasce dalla nostalgia dei luoghi, di una terra che ha confini sfilacciati, come il tempo che scorre e si porta via i ricordi che vagano verso i luoghi dove ci sono le persone che ci hanno dato i natali, cercando di fermare il tempo in un viaggio attorno a se stesso. Il lavoro “Da Napoli a Buenos Aires”, con la musica che contiene, traccia esattamente questo percorso.

Le tradizioni sono saperi trasmessi di generazione in generazione. Le tradizioni sonore hanno un contenuto per così dire affettivo, che può alleviare le pene dell’uomo moderno, “ammalato di complessità”. Ecco perché la risorgenza delle tradizioni è un fenomeno di dimensioni planetarie. Ed è anche un fenomeno più complesso di quanto si possa immaginare. I riti, i costumi, gli usi, per i folkloristi di una volta erano “sopravvivenze” di un mondo andato. Oggi s’intendono piuttosto come forme differenti che la tradizione popolare utilizza per consolidare dei legami sociali.

Per Giuliana Soscia  e Pino Jodice & l’Italian Tango Quartet le tradizioni sono come i vestiti. Non li fabbricano, ma li portano e li riempiono con la loro personalità, dandogli così vita e carattere.

Possiamo pensare alle tradizioni come a degli abiti che ci servono per esprimere la nostra propria identità. Astor Piazzolla e Roberto De Simone, con la loro amorevole creatività, danno una cornice ed un senso alla vita di coesione di culture per certi versi assai simili. I due grandi musicisti hanno capito che le tradizioni possono perdere il loro senso se diventano un'abitudine. Giuliana Soscia e Pino Jodice hanno, invece, capito che è importante rimetterle in questione e di riflettere sulla loro storia. La musica argentina e quella napoletana nascono spesso da tradizioni individuali, ma nel loro viaggio nei cuori di milioni di persone si tramutano in piccole magie comunicazionali spesso simili tra loro.

Nel lavoro “Da Napoli a Buenos Aires”, il tango nella sua essenza, ci porta a un’espressione semplicemente personale e intimista, ci fa capire che non esiste uno stile unico. Proviamo ad ascoltare i brani di questo lavoro come se osservassimo l’umanità che ci circonda. Tante volte potremo vedere le stesse forme nell’abbraccio, nel camminare, nel piangere e ridere delle persone… ma, sicuramente, sempre con un contenuto diverso. Ciò che rende autentico il lavoro della Soscia e di Jodice è l’uso del “linguaggio tango” con un approccio ricco di stile, ma tenendo sempre ben chiaro in mente che l’emozione sonora dell’ascolto deve restare semplice, personale, intima,… unica!

La musica degli Italian Tango Quartet segue meticolosamente il credo che accomuna due compositori come Piazzolla e De Simone: non è importante solo ciò che si sta mostrando all’esterno, quanto ciò che sta accadendo nel nostro interno, provocando un vero dialogo interiore.

“Da Napoli a Buenos Aires”, così come il Tango, è il prodotto di una relazione.

Le melodie della “Villanella di Cenerentola” e di “Oblivion” possono davvero tentare di sfuggire a se stesse e slanciarsi nelle libertà più ardite o sussurrare desolate, se sotto hanno un ritmo che continua inesorabile nella sua fierezza e affonda implacabile il colpo ad ogni accento.

La magia che unisce Napoli e Buenos Aires è la stessa del Tango: un’unione intensa che si avvera tra due sconosciuti, che in quei tre minuti si abbracciano e si concedono all’altro nella danza.

Il lavoro di Giuliana Soscia e Pino Jodice è fatto anche di questo contatto, o meglio dell’esperienza di questo contatto che avviene tra le note di uno spartito.

Ascoltando le nove tracce di questo CD ritroviamo l'incrocio e il legame con la terra d'origine così forte e così lontana da parere sognata. Ma allo stesso tempo passeggiamo nelle strade anonime del barrio e dei quartieri, resistendo al calore del sole o al rigirarsi della brezza, in cui il presagio dell'aria di mare lascia intravedere un piccolo successo, sopravvivere ancora quel giorno.

Alfredo Saitto

 

Elenco dei brani:
1- Suite Napoli Antica:
     Si Te Credisse  
     Villanella Di Cenerentola
     Tarantella Di Cenerentola
2 - Serenata A Pullecenella
3 - Ricordando Buenos Aires
4 - Migration
5 - Milonga Mediterranea
6 - Jeanne Y Paul
7 - Vayamos Al Diablo
8 - Invierno Porteno
9 - Oblivion

I Musicisti:
Giuliana Soscia
Pino Jodice
Aldo Vigorito
Francesco Angiuli
Emanuele Smimmo

 


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