notturni_per_defunti_porpora_fiorenzaTitolo:  Notturni per i Defunti
Autore/i: Nicola Antonio Porpora (1686 - 1768), Nicola Fiorenza (fl. 1726-1764)
Esecuzione: La Stagione Armonica, Dolce & Tempesta, Stefano Demicheli (direzione, organo, clavicembalo), Monica Piccinini (soprano), Romina Basso (contralto )
Luogo e Data di Registrazione: 
église Saint-Léger, Aymavilles (Aosta), novembre 2006
Produzione: Fuga Libera
Anno di produzione: 2007
Disponibilità: NO

 


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Nicola Porpora è generalmente noto come l’insegnante di canto dei più famosi castrati del 1700 quali Farinelli, Cafferelli e molti altri che rappresentano nell’immaginario popolare la quintessenza dell’opera barocca. Nonostante questo la sua musica è oggi di raro ascolto e a parte alcune cantate profane la sua produzione vocale sacra è completamente negletta. La sua produzione sacra risale sia al suo periodo napoletano sia a quello veneziano e rispecchia lo stile delle città dove il Maestro operò.  I Notturni per i defunti( o dei defonti,  secondo la grafia antica) era un genere non sconosciuto nella Napoli del tempo, come documentato da consimili composizioni coeve ma la versione di Porpora brilla per una qualità particolare alta. Scritta per il Conservatorio di Santa Maria del Loreto, una delle quattro scuole di musica per studenti poveri nella Napoli settecentesca, questa musica è sopravissuta in due serie di parti datati 1743 e 1760, sebbene non si possa escludere una data di composizione anteriore. Il testo latino è tratto dal libro di Giobbe ed è musicato per due cantanti (soprano e contralto) accompagnati da una piccola orchestra di due violini, due corni - qui utilizzati per effetti coloristici per la prima volta - e continuo. Siamo inoltre particolarmente fortunati nell’avere le note di pagamento per l’esecuzioni dell’epoca che ci permettono di conoscere i dettagli sulle forse strumentali impiegate ed effettuare quindi una precisa ricostruzione musicologia in una performance in tempi moderni. La partitura originale prevedeva un coro per i responsori che intercalavano i vari momenti solistici ma solo la veste strumentale è sopravissuta. La musica cantata dal coro è ora perduta - eccettuato per un piccolo frammento - ma per questa registrazione è stata effettuata una ricostruzione per renderne possibile l’esecuzione e per dare un’idea globale di cosa doveva essere il rito all’epoca. Il risultato è di forte impatto emotivo, più vicino all’opera di Pergolesi che a ciò che ci aspetteremmo da un lavoro sacro. È vero e proprio teatro religioso nella Napoli barocca. Il testo con le sue movenze espressionistiche è musicato alla stregua di un libretto drammatico: i personaggi sono gli uomini ma l’indiscussa protagonista è l’oscurità della morte che su tutti vince. La registrazione è completata da due brani strumentali del compositore napoletano Nicola Fiorenza. Poco si conosce sulla sua biografia: fu un violinista che visse nella prima parte del Settecento e insegnò presso il Conservatorio di Santa Maria del Loreto. Nonostante l’estrema qualità del suo lavoro la musica attende ancora di essere adeguatamente riscoperta. Nel primo brano, uno dei primi concerto per violoncello mai scritti, uno fra i tanti della sua produzione, la vena melodica partenopea si fonde mirabilmente con la brillantezza sincopata di ritmi che evocano la musica popolare coeva. L’altro brano, la sonata a tre in fa minore, è un tipico esempio del rigoroso contrappunto che in quegli anni incontrava particolare favore a Napoli.

Elenco dei brani:
Nicola Antonio Porpora:
Notturno Primo; 

Notturno Secondo;
Notturno Terzo;

Nicola Fiorenza (fl. 1726-1764):
Sinfonia a due violini e basso in fa minore;
Sinfonia a violoncello solo con violini e basso in fa maggiore]

 


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