Plcnfc_pAutore: Massimo Marra
Titolo: Il Pulicinella Filosofo Chimico di Severino Scipione (1681).
Sottotitolo: Uomini e idee dell'alchimia a Napoli nel periodo del Viceregno con una scelta di testi originali.
Descrizione: Volume in 8° (cm 21 x 14); pp. 184; diverse illustrazioni in b/n tra cui 19 riproduzioni di tavole tratte dall' Delll'Elixir Vitae di Fra Donato D'Eremita di Rocca d'Evandro.
Luogo, Editore, data: Milano, Mimesis, 2000
ISBN: 9788887231729
Prezzo: Euro 18,00
Disponibilita': Limitata

 


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L'alchimia napoletana del Seicento ha una ricca storia che vede la penetrazione e l'affermazione del meccanicismo cartesiano, con la progressiva dissoluzione dell'impianto culturale magico-ermetico rinascimentale.
In questo periodo, a partire dalla magia e dall'alchimia dellaportiana, attraverso la progressiva separazione dell'indagine scientifico-naturalistica dagli aspetti simbolici-esoterici dell'Arte, si assiste alla trasformazione della scienza alchemica in pura scienza esoterica e spirituale, funzionale all'espressione di un simbolismo che piu' nulla ha a che vedere con alcune investigazioni di laboratorio.
Al saggio storico introduttivo segue la presentazione di una serie di testi e documentazioni iconografiche dell'alchimia seicentesca di ambiente napoletano:
Il Pulcinella filosofo chimico (1681), opera del nobile napoletano Severino Scipione, è un dialogo tra Pulcinella e Graziano di Bologna, stavolta presentato come alchimista, in cui le due maschere dissertano ampiamente presentando i principi dell'arte alchemica del Severino.
Viene poi presentato il Dialogo Anagrammico dell'Alchimia di Gennaro Grosso (1650) poeta napoletano di ispirazione marinista. Si è scelto di presentare inoltre, come importante appendice documentaria, il ventesimo libro dell'Historia Naturale di Ferrante Imperato, pubblicata a Napoli nel 1599, come esemplificazione delle idee alchemiche circolanti agli inizi del XVII secolo negli ambienti filosofici e scientifici in cui agivano i lincei napoletani (Della Porta, Stigliola, etc.).
Chiude il libro la riproduzione delle bellissime tavole introduttive del Dell'Elixir Vitae (1624) di Fra Donato D'Eremita da Rocca d'Evandro, probabile opera dello stesso frate, non scevre da riferimenti simbolici ed iconografici di contenuto esplicitamente ermetico.

 


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