Il_Sole_e_la_Maschera_pAutore: Annibale Ruccello
Titolo: Il sole e la maschera.
Sottotitolo: Una lettura antropologica della Cantata dei Pastori.
Descrizione: Edizione in formato 8° (cm 21 x 15); 381 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Stamperia del Valentino, ottobre 2008
Collana: Sotto il cappello. N. 6
Prezzo: Euro 30,00
ISBN13: 9788895063119
Disponibilita': in commercio

 


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Presentando l'opera giovanile di un autore, per altro genere noto che non per la saggistica, si cerca di trovare nelle parole dello studente, laureando in filosofia, e appassionato delle tradizioni popolari, il germe del drammaturgo che sara' poi. In questo primo testo a stampa, in realta' tesi di laurea per raggiungere un titolo accademico allora di spessore ben diverso da quanto oggi viene richiesto nel mondo accademico, Annibale Ruccello fonde due sue passioni: la ricerca antropologica della identita' popolare campana, sopraffatta da una letteratura che vi ha costruito sopra mistificanti sovrastrutture, e il suo amore per il teatro, per quanto c'è di esibizionistico e di ambiguo nel teatro. Sembra, ad una prima lettura di questa erudita analisi del testo di Perrucci, noto nella tradizione popolare campana come la Cantata dei pastori, che l'attenzione dell'autore sia rivolta principalmente alle figure popolari di Sarchiapone e Razzullo. E il contesto storico culturale della seconda meta' degli anni Settanta del secolo trascorso ben sostiene questa volonta' di attingere ad una tradizione popolare autoctona, per cogliere e sottrarre ad ogni mistificazione il significato vero di certe operazioni letterarie.
Come quella controriformistica che tende ad incanalare il pathos religioso di antica natura panteistica, presente in molte festivita' popolari, in una gioiosa ma contenuta ritualita' da sacra rappresentazione. Sfogliare ad una ad una le sovrastrutture che la cultura ufficiale ha costruito sul nucleo fondamentale del rito relativo al solstizio d'inverno è opera che dall'Ottocento ha impegnato antropologi come Alessandro D'Ancona precursore degli studi antropologici italiani, e un secolo dopo Ernesto De Martino, appassionato descrittore della ritualita' popolare e del senso del magico nelle campagne del Sud.
Tuttavia si resta colpiti, nel settore dedicato alla figura della Madonna, all'allusione ad uno studio che da anni impegna il giovane Ruccello intorno alla maggiore figura femminile cristiana. È il punto fondamentale per capire come Ruccello drammaturgo abbia portato poi nel suo teatro, tutto imperniato su figure femminili senza tempo o addirittura ostili al momento che si trovano a vivere, questa prima esperienza di analisi di un testo tradizionale, per illuminarne le componenti culturali che ne fanno infondo un palinsesto.
Come un palinsesto di stratificazioni del mistero della donna-madre, attiva o potenziale, sono le protagoniste del suo teatro. Il sole e la maschera va letto appunto come il processo di apprendimento di un metodo che porta il drammaturgo a spogliare, velo dopo velo, le sue donne-personaggio sino a raggiungere la loro natura femminile, come organo e potenzialita' spesso offesa e tradita, come fu la maternita' di Maria, prima adorata nella sua eccezionaiita', e poi ferita dalle Sette Spade della passione
(Dalla prefazione di Maria Russo Dixon)
 
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