Autore: Pietro Giannone
Titolo: Istoria civile del Regno di Napoli
A cura di Antonio Marongiu
Ristampa dell'edizione del 1971
Descrizione: 7 volumi in formato 8° (cm 22 x 15); 2684 pagine complessive; brossura editoriale
Luogo, Editore, data: Milano, Marzorati, 1992
Collana: Scrittori Italiani. Sezione storica e politica, diretta da Mario D'Addio
Prezzo: Euro 60,00
Disponibilità: Limitata
Nato ad Ischitella, vicino a Foggia, nel 1676, Pietro Giannone studia giurisprudenza a Napoli, manifestando anche interessi filosofici: conosce infatti le teorie di Cartesio, soprattutto attraverso la lettura di Malebranche, e quelle dei libertini, di Gassendi e di Locke. Costretto all'esilio a causa delle sue idee in materia religiosa, si reca prima a Vienna e in seguito a Ginevra, dove si converte al calvinismo. Attirato con un inganno in territorio piemontese, viene arrestato, e muore in carcere a Torino nel 1748.
Giannone deve la sua fama all'Istoria civile del Regno di Napoli, tradotta in inglese, francese e tedesco, e ammirata da intellettuali come Voltaire, Gibbon e Montesquieu. Sul piano filosofico, la sua opera più importante è invece il Triregno. Si possono ancora ricordare: I discorsi storici sopra gli Annali di Tito Livio, l' Apologia dei teologi scolastici, l' Istoria del pontificato di Gregorio Magno e l' Ape ingegnosa.
Il tema fondamentale dell' Istoria civile è costituito dalla lotta fra lo Stato e la Chiesa, ossia fra il Regno di Napoli e la Curia romana. L'opinione di Giannone a riguardo è drastica: l'unico a promuovere la civiltà ed il progresso è lo Stato, mentre la Chiesa coincide con il Male assoluto, ed è sempre causa di involuzione ed oscurantismo. Il cattolicesimo, nonostante finga di disprezzare la dimensione mondana, e si presenti come una religione portatrice di profondi valori etici, in realtà ha costruito e legittimato la propria esistenza soltanto su abusi, leggende ed inganni, mirando esclusivamente all'accumulo di ricchezze e potere; non a caso, tutte le istituzioni giuridiche dello Stato pontificio sono volte alla distruzione dell'ordine civile. Occorre quindi liberare l'autorità laica da ogni indebita ingerenza da parte della Chiesa.
Brano tratto sal sito web http://www.filosofico.net/giannone.htm
Pubblicata nel 1723 in quattro volumi, l'opera ebbe enorme fortuna anche all'estero (Inghilterra, Francia e Germania), dove fu tradotta e studiata, mentre la Chiesa ne avversò le tesi ponendola nell'Indice dei libri proibiti e comminando al filosofo una scomunica, in seguito alla quale Giannone riparò all'estero.
I temi trattati nell'opera, sviluppati intorno a precisi riferimenti giuridici, forniscono una lucida descrizione della situazione morale del Regno di Napoli, attribuendo le cause della situazione all'influenza negativa della Curia romana.
Il Giannone auspicava con quest'opera, tra l'altro, «il rischiaramento delle nostre leggi patrie e dei nostri propri istituti e costumi».
Brano tratto da Wikipedia