libro BREVE CHRONICON DE REBUS SICULIS - A cura di Fulvio Delle DonneAutore: AA.VV.
Curatore: Fulvio Delle Donne
Titolo: Breve chronicon de rebus Siculis
Edizione critica, traduzione e commento a cura di Fulvio Delle Done
Descrizione: Volume rilegato con sopraccoperta; pagine IV-152.
Luogo, Editore, data: Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2017
Collana: Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d'Italia, 42 - Serie II, 19
ISBN: 9788884507730
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 40,00
Disponibilità: In commercio

 


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Il Breve chronicon de rebus Siculis (di cui qui si fornisce l’edizione e la prima traduzione italiana) è una fonte particolarmente importante, ricca di preziosissime informazioni per la storia dell’Italia meridionale. Inizia con brevi medaglioni dei signori normanni e arriva sino alla fine della dinastia sveva, talvolta offrendo descrizioni molto minuziose. In particolare, a proposito delle vicende di Federico II di Svevia, a partire dal giugno del 1228, il racconto diventa addirittura diaristico, perché il compilatore, che si dichiara testimone oculare, descrive giorno per giorno le tappe che – in circa due mesi – condussero l’imperatore da Brindisi alla Terra Santa: lì sarebbe stata portata a compimento quella crociata incruenta che, con toni messianici, viene caratterizzata come una sorta di miracolo. Il testo mostra in maniera esemplare le tipiche evoluzioni compositive di una scrittura cronachistica.
È tràdito da due manoscritti principali, che trasmettono testi molto diversi in alcuni punti. Non solo la parte finale è totalmente discordante (un manoscritto finisce con il testamento di Federico II del 1250, l’altro arriva, invece, alla battaglia di Benevento del 1266 e, quindi, alla morte di Manfredi e alla conquista del Regno da parte di Carlo d’Angiò), ma anche alcune informazioni sono rielaborate in modo completamente contrastante, tanto da far variare in maniera irrimediabile, sebbene coerente, nomi e computi cronologici.
Come vanno interpretate tali differenze? Quale delle due versioni è più vicina all'«originale»? E si può parlare di «originale»? Su tali domande si riflette in questo volume, affrontando il problema da un più ampio punto di vista metodologico. La pubblicazione esce in coedizione con l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo.

 


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