traditi. Una storia della Shoah napoletana. nico pirozziAutore: Nico Pirozzi
Titolo: Traditi
Sottotitolo: Una storia della Shoah napoletana
Prefazione di Enrico Deaglio
Descrizione: Volume in 8° (cm 20,5 x 14,5); 160 pagine
Luogo, Editore, data: Villaricca (NA), Cento Autori, gennaio 2010
ISBN: 97888 95241 739
Disponibilita': NO


«Traditi» narra una storia cominciata a metà degli anni Venti e conclusasi tredici anni dopo, quando il fascismo scoprì che in Italia non esisteva una sola razza, ma tante razze, di cui una sola superiore. È la storia degli ebrei fascisti, una minoranza di italiani, che rispetto a decine di migliaia di loro correligionari subirono l’onta di essere «traditi» tre volte: dal re (l’uomo che impersonificava lo Stato), dal duce (l’uomo in cui avevano creduto) e dal fascismo (il partito e il regime in cui si erano da sempre riconosciuti). E traditi lo furono anche Aldo Procaccia, lo shammàsh della sinagoga di Napoli, e suo figlio Amedeo: due ebrei fiorentini approdati nella città del Vesuvio dopo la Grande Guerra. Sono loro i principali protagonisti del terzo dei libri scritti dal giornalista Nico Pirozzi per raccontare la Shoah in Campania. Quella dei Procaccia è la storia di una famiglia di italiani di religione ebraica, che come centinaia di altri italiani, riuscì a coniugare, senza traumi o imposizioni, credo confessionale e opinioni politiche. La loro storia di fascisti, cominciata nel gennaio 1926, si concluse nel dicembre 1938, quando anche ad Aldo e Amedeo fu recapitata la lettera che li informava che i loro nomi erano stati cancellati dagli elenchi del partito, e le loro tessere revocate. Da sfondo alla vicenda la Napoli della guerra e dei bombardamenti alleati e la Toscana delle razzie antisemite. Ed è a Cerasomma, minuscolo borgo della Lucchesia che i Procaccia – tre uomini, tre donne e due neonati - vengono arrestati, dopo essere stati scoperti e denunciati da alcuni abitanti della zona. Internati nel campo fascista di Bagni di Lucca, successivamente trasferiti al carcere delle Murate di Firenze e a quello di San Vittore a Milano, saranno deportati ad Auschwitz, il 30 gennaio 1944. Il campo di sterminio della Polonia orientale dal quale nessuno di loro tornerà.

 


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