Titolo: Pompei ed Ercolano fra case ed abitanti.
Introduzione di Fausto Zevi.
Descrizione: Edizione rilegata, con sovraccoperta illustrata, in formato 8° (cm 20 x 14); 101 pagine.
Luogo, Editore, data: Firenze, Giunti Martello, 1983
Collana: Storica Giunti Martello
Disponibilita': No
Uscito per la prima volta nel 1958, questo libro è un classico. Dopo la sua pubblicazione, gli studi su Pompei e Ercolano sono stati numerosissimi. Rimane tuttavia intatto il fascino di queste pagine, per la varieta' dei temi trattati, per il loro carattere di elzeviri colti, per la loro attualita'. Note scientifiche si accompagnano a bozzetti di colore, a prese di posizione sul valore dello scavo, sulla conservazione.
Nel 1924 Amedeo Maiuri lasciava la soprintendenza del Dodecanneso e il Museo archeologico di Rodi e tornava in patria (o, come si diceva allora, in madrepatria). Il suo ritorno ricordava per certi versi quello degli antichi funzionari romani che rientrando dall'Oriente trovavano nel foro, presso i Lari pubblici, la loro statua: omaggio dei concittadini. Ma per Maiuri, giovane funzionario e promettente archeologo, le «imprese dure e difficili» dovevano ancora cominciare: la Soprintendenza alle antichita' della Campania e del Molise, la direziono del Museo Nazionale di Napoli e degli scavi: Pompei ed Ercolano in primo luogo. A questo libro - il piu' fortunato di Maiuri -, l'archeologo doveva affidare il racconto e le emozioni (e forse anche gli abbandoni: i classici «ozi») delle sue esperienze in questa e quella citta': «in quelle case 'ancor calde di umanita'' trovera' il terreno preferito, l'archeologo chinandosi a leggerne i mille segni nascosti, il letterato impegnato a ridare una scintilla di vita ad ambienti e personaggi...».
E' dunque, questo libro, una compiuta ma discreta testimonianza (come era nel carattere dell'uomo) di un'intera vita di ricerca, di studio, di intelligenza umana; l'iniziazione - ancora oggi valida - alla conoscenza archeologica; insomma una «biografia» rivelatrice non tanto di episodi curiosi e di aneddoti, quanto di un modo nuovo di vedere la realta' antica. Maiuri ne restituisce la dimensione storica, togliendo, a Pompei ed Ercolano, questo solo, l'aureola storicamente e umanamente falsa che la tradizione ci aveva consegnato.