PRESEPOLIS. L'incantesimo dei pastori. Fiaba in versi napoletani - Gaetano IodiceAutore: Gaetano Iodice
Curatore:
Titolo: Presepolis
Sottotitolo: L'incantesimo dei pastori
Fiaba in versi napoletani
Descrizione: Volume in formato 8°; 112 pagine
Luogo, Editore, data: Avellino, ABE, 2023
Collana: Li cunti de lo cunto
ISBN: 9788872971345
Condizioni: Nuovo
Note:
Prezzo: Euro 20,00
Disponibilità: In commercio    

 


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[...] Presepolis nasce sotto la mia buona stella cometa, archetipo di quella inseguita dai magi, che ha viaggiato lungo l’arco della mia vita, consegnandomi frammenti di luce artistica: I già citati, Natale in casa Cupiello, il presepe napoletano, ed anche La Cantata dei pastori e pochi ricorderanno un film d’animazione datato 2003, Opopomoz, ambientato a Napoli, laddove due bambini tramite una formula magica, entrano in un presepe per sottrarre al diavolo il piano malefico di evitare la nascita del Divin Bambino. Ricordo una delle colonne sonore cantata da Peppe Barra, intitolata “Chesta felicità”, felicità che viene e va e solo un uomo generoso può sperimentarne il senso profondo che prescinde dai beni materiali. Perfino il “Canto di Natale” di Charles Dickens ha lasciato in me i suoi proseliti, rinvenendo il commovente cambiamento avvenuto nel protagonista, Ebenezer Scrooge, che messo dinanzi al triste commiato della sua avida esistenza da tre spiriti, (del Natale passato, presente e futuro) si ravvede per redimersi e modificare il corso degli eventi.

Sono vari e tutti interconnessi gli elementi fondanti di questa fiaba napoletana, lungi da me paragonarla ad una di queste o a ritroso, a quelle del Basile, ma ho cercato e ricercato per lunghi tre anni, uno stile tutto mio, che rendesse affascinante la storia, disponendo elementi dal sapore teatrale sette/ottocentesco, dai sentori Petitiani, volti a rendere la lettura leggiadra, spassosa, irriverente, finanche drammatica e di morale certamente Cristiana, nella quale mi riconosco fieramente. Sovente ho adoperato figure originali che ho trovato nelle opere d’arte presepiali dei fratelli Scuotto e la loro Scarabattola. Il mio è un omaggio vero e proprio ai prestigiosi capolavori oramai conosciuti in tutto il mondo, e ho fatto capo all’amicizia quasi decennale che mi lega ad essi, principalmente a Raffaele, il quale si è espresso entusiasta del suo diretto coinvolgimento nei fatti narrati, definendo il racconto di Scarpettiana memoria.

Quattro i personaggi principali, come si denota dalla copertina stessa: un pescatore, (Geretiello) un’acquaiola, (Teresina) Pulcinella e il Diavolo. Devo aprire una parentesi sui nomi dei primi due protagonisti, ispirati da una celebre poesia di Totò, “L’acquaiola” in cui Teresina è la morosa di un pescatore di nome Geretiello. Di questa poesia ne ho tratta addirittura una scena presepiale napoletana che posseggo da alcuni anni, dalla quale ho tratto ispirazione per le vicende in cui i due spasimanti sono coinvolti lungo l’arco del racconto.
L’eterna lotta tra il bene e il male, tra anime pezzentelle agguerrite più che affrante, miti e leggende napoletane rielaborate dai fratelli Scuotto, sacro e profano a confronto e una Napoli settecentesca che torna poderosa e affascinante, luogo in cui i protagonisti sono catapultati alla ricerca dell’amore perduto. Tutto ciò descritto in un napoletano ricercato, arcaico, verace, popolare.
Insomma non date nulla per scontato, archè sono certo che l’intera fiaba non solo vi sorprenderà, ma sarà in grado di lasciarvi un sorriso, un pensiero, una domanda e forse una certezza.

Gaetano Iodice

 


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