l_adone_giambattista_marinoAutore: Giambattista Marino
Titolo: L'Adone
A cura di Marzio Pieri
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); 912 pagine
Luogo, Editore, data: Lavis (TN), La Finestra, 2007
Collana: Opere di Giambattista Marino. N. I
ISBN: 978-8888097-69-5
Prezzo: Euro 90,00
Disponibilità: In commercio

 


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L’Adone è stato fino a pochi decennî fa l’Horcynus Orca della letteratura italiana. Posto in posizione arrischiata alla “fine dell'umanesimo” (Toffanin) e prima della esplosione europea del razionalismo moderno, esso si vide emarginato, niente-dimeno che per la messa all’Indice, dal barocco romano dei Barberini che mira alla conciliazione della pompa moderna e dell’aristotelismo ufficiale ostinato. A chiusura dei giochi un paradosso davvero barocco sarà che il Marino appaia come poeta di riferimento per il Cannocchiale aristotelico, geniale tentativo di conciliazione di un universo sub specie Rhetoricae fra le prurigini della nuova astronomia e i disegni delle antiche cosmologie.

Stampato, non a caso, a Parigi a spese di Luigi XIII (per cui il Marino l’avrebbe anche guasconescamente sottotitolato, per genere : “poema regio”), l’Adone esplicitamente si proponeva come poema ovidiano : tanto che il Marino avrebbe anche progettato, a un dato punto della elaborazione, di identificarlo con un suo vagheggiato poema delle trasformazioni o metamorfosi.  Funzione antivirgiliana, dunque anticlassicistica e antigesuitica, nonché antirinascimentale, e gara inattuale con la Divina Commedia, in tempi che giocavano la rima “Dante : pedante” : tanto che “poema divino” avrebbe anche suggerito il poeta di intitolare questo suo mostro-paradosso, sensuosa enciclopedia dell’Ingegno, sotto il segno di Venere e di Mercurio. Oggi che ali nuove al Barocco ci vengono dalla Francia – dagli innovativi studî mariniani di Marie-France Tristan alla rinascita dell’Opera-balletto cara a Luigi XIV per spinta dell’Americano a Parigi Billie Christie al neobarocco in chiave leibniziana di Deleuze – è ora di rileggere l’Adone non per una questione di gusto.

 


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