Titolo: Una famiglia di editori
Sottotitolo: I Morano e la cultura napoletana tra Otto e Novecento
Contributi di Pietro Piovani, e Fulvio Tessitore
Descrizione: Volume in formato 8°; 216 pagine.
Luogo, Editore, data: Milano, Franco Angeli, 1999
Collana: Studi e ricerche di storia dell'editoria
ISBN: 9788846414205
Prezzo: Euro 29,50
Disponibilità: In commercio
Forse è leggenda la notizia, tante volte ripetuta, che fosse stata stampata a Napoli dai Morano quella Protesta del popolo delle due Sicilie di Luigi Settebrini che, lanciata nella carrozza di Ferdinando II in visita a Palermo, aprì la strada al Quarantotto nel Mezzogiorno d'Italia.
Certo è, tuttavia, che l'arrivo dei tre fratelli Morano dalla Calabria nella capitale borbonica, centocinquanta anni fa, coincide con gli anni più intensi della ripresa culturale della città nel processo di formazione della nazione.
Certo è, tuttavia, che l'arrivo dei tre fratelli Morano dalla Calabria nella capitale borbonica, centocinquanta anni fa, coincide con gli anni più intensi della ripresa culturale della città nel processo di formazione della nazione.
Nata in questo clima, la casa editrice ne rimarrà profondamente segnata, facendosi, con la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis, protagonista del primo grande racconto storico dell'Italia unita e della sua tradizione.
Verranno, poi, la collaborazione con Francesco Fiorentino e Benedetto Croce, la stagione della grande cultura giuridica e filosofica fino ai nomi di Francesco Carnelutti, di Piero Calamandrei, di Pietro Piovani.
E intanto si succederanno le generazioni - cinque ormai dai tempi di Antonio "l'editore galantuomo" del De Sanctis - scandendo tappe spesso non semplici di una storia familiare che è anche storia, ancor meno semplice, della città e della sua vita intellettuale
Indice
Fulvio Tessitore , Presentazione (con un inedito di Pietro Piovani)
Gli anni della Restaurazione: una premessa
Il primo decennio unitario
Intorno alla Storia della Letteratura
Fine del Risorgimento
Tra due secoli
Dopoguerra e fascismo
Il secondo dopoguerra: mutamenti o continuità