stefano delle chiaje marielva torinoAutore: Marielva Torino
Titolo: Stefano delle Chiaje (2 volumi)
(Teano 1794 - Napoli 1860)
Sottotitolo: La Damnatio memoriae di uno scienziato
Storia di uno spoils system dell'Italia unita
Descrizione: Due volumi in formato 8° ; 800 pagine circa
Luogo, Editore, data: Napoli, Alessandro Polidoro, 2016
Collana: Fuori collana
ISBN: 9788898707461
Disponibilità: NO

 


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Storia di una clamorosa damnatio memoriae nella Napoli postunitaria. E di omissioni, divergenze politiche, rancori personali, tracce disperse per sminuire – se non addirittura rimuovere - la figura di uno scienziato dalla reputazione internazionale, protagonista di una fertile epoca di ricerca, erroneamente bandito come filoborbonico dopo la morte.

L’opera “Stefano delle Chiaje - Teano 1794/Napoli 1860” del medico-chirurgo e paleopatologo Marielva Torino non è solo una biografia. Ma con un incedere narrativo attinge – salvaguardando il rigore delle fonti – da dinamiche che rimandano ai gialli indiziari.

Eppure è soltanto la realtà ricostruita attraverso un lavoro durato tredici anni. «Stefano delle Chiaje - spiega l’autrice alla presentazione del libro al Real Museo mineralogico - eccelse nei campi della botanica, zoologia, anatomia umana e patologica e diresse il Museo anatomico di Napoli. Suo mentore fu Giuseppe Saverio Poli che gli affidò la conclusione della descrizione dei molluschi testacei del Regno delle Due Sicilie e lo introdusse ai più grandi studiosi del periodo, da Hodgkin a Cuvier, da Tiedemann a von Humboldt ».

Grazie alla pubblicazione, edita da Alessandro Polidoro in due volumi, è possibile adesso attribuire a delle Chiaje scoperte come quella delle ghiandole surrenali come organi a sé stanti e reperti presenti nei musei scientifici napoletani, privati deliberatamente di indicazioni e cartellini originali. Esempi: lo scheletro di balenottera di oltre sette metri custodito al Museo anatomico napoletano o quello di capodoglio conservato al museo omologo di Bologna.

«Dai dati raccolti è ragionevole sostenere che chi volle cancellare la sua memoria fu Achille Costa, direttore del Museo Zoologico di Napoli dal 1860, subito dopo l’Unità d’Italia per motivi ideologici e privati: il padre Oronzo Gabriele, famoso zoologo, ebbe duri scontri con delle Chiaje che probabilmente - ma qui siamo nel discutibile – contribuì in parte alla condanna all’esilio che lo scienziato subì per le idee progressiste».

Eppure delle Chiaje non era borbonico «ma favorevole all’ordine costituito, esponente di una Napoli ottocentesca animata dalla passione per la ricerca che dal 1860 fu negata o comunque soffocata». Tra gli indizi recuperati dal forzato oblio, anche un’illuminazione: «Attribuì alla natura dell’acqua partenopea i denti neri degli emigranti che da Santa Lucia partivano per l’America, anomalia che portava il suo nome». Persino questa intuizione fu mistificata. «I denti delle Chiaje diventarono i denti di Chiaia, il quartiere».
Recensione a cura di Adele Brunetti apparsa sul sito web del giornale Repubblica



La monografia dedicata da Marielva Torino a Stefano delle Chiaie (1794-1860) contribuisce a far conoscere settant'anni di storia del mondo scientifico e accademico del Regno di Napoli.

Grazie ad un appassionato studio che l'autrice ha condotto in archivi francesi, tedeschi, norvegesi e numerosi archivi italiani si è ridata luce a uno scienziato di grande spessore culturale e di grande ingegno. Stefano delle Chiaie ebbe una cospicua produzione scientifica definita dai suoi contemporanei "portentosa" i cui temi spaziavano dalla zoologia alla zootomia, dalla botanica all'anatomia umana e patologica dall'anatomia comparata alla teratologia.

Questa interessante monografia documenta i continui contatti con eminenti scienziati italiani e stranieri testimoniati da una fitta corrispondenza inedita e ricca di indicazioni iconografiche, scientifiche e mediche sinora non conosciute.

La Torino, grazie a questa ricerca ha potuto anche ricondurre a delle Chiaie l'acquisizione e lo studio di molti reperti presenti nei musei scientifici napoletani. Ha, infatti, ricondotto a delle Chiaie l'acquisizione della balenottera di 7,80 metri esposta nel salone del Museo Zoologico del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell'Università di Napoli, di cui era sconosciuta la provenienza e la storia.

FONTE: http://www.unina.it/-/13476917-la-damnatio-memoriae-di-uno-scienziato-un-caso-di-spoils-system-dellitalia-unita

 


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