L'INFANZIA DORATA e ricordi familiari - Elena CroceAutore: Elena Croce
Titolo: L'infanzia dorata
Sottotitolo: e Ricordi familiari
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 22 x 15); 166 pagine;  illustrazioni a colori
Luogo, Editore, data: Milano, Adelphi, 2004
Collana: Biblioteca Adelphi. N. 6
ISBN: 9788845902823
Prezzo: Euro 16,00
Disponibilità: In commercio

 


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«L’infanzia dorata era qualcosa di assai diverso dalla jeunesse dorée, da cui l’espressione è derivata, e cioè non una effimera figura del costume, bensì, si potrebbe dire, un vero e proprio mito: o comunque una concezione di vita tanto più perentoria e quasi fanatica perché semisommersa nell’inconscio, e tanto più fornita di attrazione collettiva perché coltivata come espressione di privilegio. «Il titolo di questo libro non dovrebbe dunque portare a fraintendimenti. La storia che qui si è cercato di ricostruire, col materiale delle memorie, è quella di un’infanzia “non dorata”, educata, nell’Italia fra le due guerre, con quei criteri ispirati alla tradizione liberale che, nell’opposizione al fascismo, s’erano fatti necessariamente più rigorosi. Se il racconto, quasi tutto dedicato all’infanzia (intesa in quella dimensione più ampia che ha in tedesco la parola Jugend), si conclude con uno scorcio che porta, in poche pagine, sino alla soglia della maturità, ciò è dipeso da quella naturale prospettiva per cui il ricordo di sé che si conserva dall’infanzia e che nella giovinezza viene schiacciato dal premere delle convenzioni sociali che si affrontano, si ripresenta, nella maturità, come premessa chiarificatrice dei problemi morali che ormai si sono riconosciuti come nostri». Con queste parole Elena Croce presentava L’infanzia dorata nel 1964. Oggi ripubblichiamo questo testo insieme ai Ricordi familiari, centrati sulla figura del padre, Benedetto Croce, come un dittico memorialistico di rara felicità: il lettore vi ritroverà un modo di osservare la propria vita e il proprio ambiente insieme con distanza e partecipazione, in uno stile in cui si avvertono le tracce dell’appassionata familiarità dell’autrice con i mondi di Hofmannsthal e di Ortega, componenti austriache e spagnole di un’Europa incompiuta a cui anche Benedetto Croce apparteneva.

 


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