Autore: Domenico Farina
Titolo: Guida ai detti napoletani
Sottotitolo: Loro origine e significati
Descrizione: Volume rilegato in tela, con sovraccoperta illustrata, in formato 8° (cm 20,5 x 11); 228 pagine; firma di appartenenza con luogo e data vergati a penna all'antiporta
Luogo, Editore, data: Milano, Sugar, 1971
Disponibilità: No
I modi dell'anima napoletana sono tanti e così incredibilmente mutevoli ad ogni istante, che parrebbe una fatica inane il volerli fermare sulla carta attraverso alcune espressioni tipiche del linguaggio. D'altro canto è solo nel dialetto napoletano che si ritrova una testimonianza così fedele dell'antica e insuperata umanità della gente partenopea, per cui Napoli è al tempo stesso allegrezza e mestizia, piacere e nostalgia, esultanza e pianto, fede e filosofia.
Contiene la spiegazione di circa 200 detti in ordine alfabetico, da: "A cavallo 'e nu puorcu", a: "Vullaria tenè vint'anne"
« Ogge sto tanto allèro ». Questo verso con cui Libero Bovio apre "O paese d'o sole" - festoso e squillante inno all'incantesimo di Napoli - è seguito dagli altri due « ca quase quase me mettesse a chiagnere pe sta felicità ». Li canticchia spesso il napoletano nei momenti di malinconia ...
Lo stesso Libero Bovio ha espresso altrove in prosa certi paradossali aspetti psicologici tipici dei napoletani. Così: «Nessuno scriverà mai il romanzo di Napoli. La penna non può fermare sulla carta l'anima della città che piange ridendo, prega bestemmiando, soffre cantando ».
Fatte quindi le dovute premesse, la Guida non ha la pretesa di riassumere tutti gli aspetti dell' anima napoletana ma solo di 'restituire attraverso la scelta delle espressioni dialettali più significative l'incanto e il calore di quella città ineguagliabile.