A NAPOLI CON MAURIZIO DE GIOVANNI - Vincenza AlfanoAutore: Vincenza Alfano
Curatore:
Titolo: A Napoli con Maurizio De Giovanni
Sottotitolo:
Descrizione: Volume in brossura, di cm 19,5 x 13; 140 pagine
Luogo, Editore, data: Roma, Giulio Perrone Editore, 2015
Collana: Passaggi di dogana
ISBN: 9788860043818
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 12,00
Disponibilità: In commercio

 


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Città imprendibile, creatura terrestre e marina, sospesa tra cielo e terra. Occorre una guida per attraversare Napoli: bifronte, labirintica. Un possibile itinerario è quello tracciato da Maurizio de Giovanni nei romanzi del commissario Ricciardi ambientati nella città partenopea degli anni Trenta. Sempre in bilico tra vita e morte, Napoli sembra il posto giusto per Ricciardi che vede i vivi e i morti e condivide, quindi, con la sua città un destino di sospensione.

Il percorso che si intraprende è tortuoso e bellissimo: si parte dal Gambrinus, nel quartiere San Ferdinando, dove è metaforicamente nato il commissario; poi ci si perde tra i Quartieri Spagnoli, dove il vicolo diventa profondo come una ruga, vivo come una ferita sempre aperta.

Ogni angolo di Napoli è simbolo e contrasto. Capodimonte è il volto di un bambino che sembra dormire sotto la pioggia, Mergellina è lo scontro fra l’opulenza dei gerarchi e la miseria dei pescatori, è il futuro che incespica, è la voce del mare.
Chiaia è l’alcova di un amore, anche se incontrato nel bordello più elegante delle città, ma è anche lo svelamento di una mistificazione che si ammala cronicamente della sua stessa ipocrisia.
Il Borgo degli Orefici è il cuore di un labirinto che pare disegnato senza senso, tanto da disorientare chiunque nel dedalo di vicoli e viuzze.
Il Vomero è un abito elegante che cambia la città, rendendola finalmente verticale.

Ma Napoli è prima di tutto, e senza ombra di dubbio, un’emozione, oltre che un luogo, e Vincenza Alfano la percorre seguendo l’itinerario letterario di Maurizio de Giovanni e restando fedele agli odori, le voci, le canzoni e gli assordanti silenzi di una città crudele e pietosa, che accudisce e schernisce solo con uno sguardo.

 


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